Ultimo aggiornamento: 01/12/23, 13:32 - Autore: u/emish89
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Finanza personale
QuelloCheConta: Questo sito dovrebbe essere sfogliato da chiunque si avvicini alla finanza personale perché tocca davvero tanti argomenti e li riassume in una grafica web che facilita l’utente nella fruizione.
Feduf: E’ una fondazione che cerca di educare i cittadini, dai più piccoli ai più grandi, ad una economia finanziria. Offre diversi Webinar online gratuiti.
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Guida di base per primo investimento
by u/Ab-Urbe-Condita
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Quando si hanno dei risparmi da parte o le entrate periodiche (es. lo stipendio mensile) sono superiori alle nostre spese, può essere una buona idea destinare parte di questa liquidità in eccesso ad una qualche forma di investimento.
Perchè è un bene investire?
Il denaro che possediamo, che sia sotto forma di contante o registrato in un conto in banca, non mantiene un valore costante nel tempo. Esiste infatti un fenomeno economico chiamato inflazione che ha l’effetto di far valere il nostro denaro sempre meno man mano che il tempo passa. L’inflazione è sostanzialmente la svalutazione del denaro nel tempo e la velocità con cui questa svalutazione avviene dipende da tanti fattori economici di una nazione/continente quali stato dell’economia e politiche monetarie delle Banche Centrali (es. BCE in Europa o Federal Reserve negli USA). La velocità con cui il denaro perde valore nel tempo è espressa con un valore percentuale detto tasso di inflazione. Ad esempio, un tasso di inflazione del 2% annuo indica che 1€ oggi varrà come 0.98€ fra un anno (1/1.02 = 0.98). Questo significa che, fra un anno, la quantità di beni e servizi che possiamo acquistare con 1€ sarà equivalente a quella che oggi possiamo acquistare con 0.98€. Il nostro euro che teniamo in banca o nel nostro portafoglio sarà sempre 1€ ma fra un anno avrà meno potere di acquisto.
Questo ragionamento può essere ovviamente reiterato anno dopo anno. Dopo due anni con un tasso di inflazione al 2%, 1€ fra due anni varrà come 0.96€ di oggi. Dopo 10 anni con un’inflazione al 2%, 1€ varrà come 0.82€ di quest’anno.
Storicamente, nell’area Euro, il tasso di inflazione si è attestato tra lo 0 e il 5% e negli ultimi anni la Banca Centrale Europea ha fissato come suo obiettivo un tasso di inflazione intorno al 2%. Ulteriori informazioni qui.
L’inflazione è un nemico non facilmente individuabile. Vedendo i nostri risparmi fermi nel nostro conto in banca una persona poco attenta potrebbe pensare che questi avranno sempre lo stesso valore nel tempo, ma ogni anno che passa quei soldi lì fermi perdono il loro valore intrinseco e potranno comprare sempre meno. Avere perciò del denaro fermo in un luogo rappresenta a tutti gli effetti un costo per chi lo possiede nonché una perdita certa.
Per contrastare questo fenomeno, abbiamo fondamentalmente solo un metodo: accrescere il nostro patrimonio investendo parte dei nostri soldi e traendone un profitto.
Gli investimenti
Cos’è un investimento?
Investire significa destinare una parte dei nostri risparmi nell’acquisto di un prodotto finanziario, che con più o meno probabilità riuscirà a generare una rendita nel tempo o accrescere il suo stesso valore, per essere poi rivenduto ricavandone un profitto.
Fare un investimento significa dunque assumersi volontariamente un rischio più o meno alto per avere di contro un potenziale guadagno più o meno importante.
Come si fa un investimento?
Per investire del denaro un comune cittadino deve rivolgersi ad un intermediario che acquisti per suo conto i prodotti finanziari desiderati. Ad esempio:
- Una banca che offre servizi di investimento
- Un broker, cioè una piattaforma pensata esclusivamente per alcuni tipi di investimento
Su cosa effettivamente si può investire?
Il mondo della finanza offre una miriade di prodotti finanziari con una vasta varietà di potenziali rendimenti e livelli di rischio. Semplificando molto possiamo distinguere tre categorie di prodotti.
- Prodotti di debito
Sono prodotti che una volta acquistati ritornano una somma fissa in denaro con una certa periodicità (es. annuale) e secondo un certo tasso di interesse. Tra i più famosi prodotti a rendimento fisso troviamo i titoli di stato o titoli di debito aziendali (detti anche bond governativi e bond corporate rispettivamente). Hanno tipicamente un rischio basso, dato dal fatto che la possibilità che uno stato non riesca ad adempiere ai suoi obblighi di pagamento è molto limitata. Leggermente più rischiosi sono i bond societari, che tuttavia rendono generalmente di più per compensare rischi un po’ più elevati.
- Prodotti di equity
Sono prodotti che, al contrario dei titoli di debito, permettono all’acquirente di partecipare ad una quota di una società, proporzionalmente alla grandezza dell’acquisto e di riceverne parte dei profitti che questa genera, detti dividendi. I più famosi prodotti di equity sono le azioni. Comprare un’azione di una società significa a tutti gli effetti possederne una piccola parte e acquisire il diritto di ricevere i dividendi, qualora questa ne distribuisse. Il valore delle azioni di una società dipende dalle leggi di domanda e di offerta del mercato e può dunque variare anche tanto nel corso del tempo. Investire in azioni offre dunque anche una seconda possibilità di profitto, quella di comprare un’azione ad un certo prezzo e rivenderla sul mercato quando il prezzo salirà.
- Commodities
Termine inglese per indicare fondamentalmente le materie prime. Le materie prime sono prodotti offerti sul mercato senza differenze qualitative, cioè indipendenti da chi le produce. Gli esempi più comuni di commodities sono i metalli (più o meno preziosi, come oro, argento, rame, palladio…) o combustibili come petrolio o il gas naturale. Anche le commodities sono soggette a fluttuazioni di prezzo date dalla domanda e offerta sul mercato.
Sono un principiante…su cosa dovrei investire?
Premessa importante n°1
Quello che troverai in questa wiki è solo una sintesi semplificata sul tema degli investimenti. Ogni nuovo investitore è invitato a studiare più approfonditamente e in autonomia questo mondo, per comprenderlo a pieno e minimizzare comportamenti avventati e irresponsabili nella gestione dei propri risparmi. Esistono tantissimi libri, blog, siti web e canali Youtube sulla finanza personale, molti di questi sono disponibili in questa wiki.
Premessa importante n°2
Prima di investire in un qualsiasi prodotto finanziario è fondamentale sapere sempre cosa si sta comprando e quale rischio è associato all’investimento che si sta effettuando. La consapevolezza è il primo dei freni che evita di farsi male economicamente.
Cosa fare prima di investire - Il fondo di EMERGENZA
Prima di iniziare a investire qualsiasi somma è altamente consigliato avere un fondo di emergenza, ovvero una certa somma di denaro liquida immediatamente convertibile in denaro contante senza perdite. Questo è importante in caso di imprevisti come lavori di manutenzione della casa, rottura dell’auto, licenziamento, cause legali ecc…
Solitamente è consigliabile mettere da parte abbastanza risorse per poter coprire le spese quotidiane per un periodo esteso che varia dai tre ai dodici mesi in base alla situazione personale. Per poter meglio calcolare questa somma è utile essere in grado di stimare le uscite essenziali (affitto, cibo, sanità, trasporto, tasse, mutuo… ), escludendo dunque spese extra (vacanza, shopping, cinema…).
La costruzione di un Fondo d’Emergenza può essere articolata in base al livello dell’investitore che può dilettarsi, oltre alla liquidità sul conto, con altri strumenti finanziari disponibili e adatti allo scopo, in ordine di semplicità: Conto Deposito, ETF Monetario, Scala di BOT.
L’investimento è una cosa piuttosto soggettiva
Ogni persona ha una diversa propensione al rischio e una differente sensibilità. Un rischio che una persona si prenderebbe a cuor leggero può invece essere difficilmente tollerabile da un’altra. È bene perciò capire la propria propensione al rischio e scegliere di conseguenza su cosa investire.
I prodotti di investimento più adeguati per i piccoli investitori
Un piccolo investitore difficilmente riuscirà ad acquisire competenze sufficientemente elevate avere accesso a informazioni di settore per trovare i bond più redditizi o le aziende specifiche che più saranno profittevoli in futuro. Questo è un lavoro che bisogna lasciare ai soli esperti e da cui l’investitore principiante dovrebbe tenersi lontano.
Le caratteristiche che dovrebbe cercare un principiante nel proprio investimento sono le seguenti:
- Un orizzonte temporale di lungo termine
L’investimento non è trading. Un investimento ha una strategia di lungo termine, dove per “lungo” si intende tipicamente una durata che va da alcuni anni a qualche decennio. Un investitore non compra e vende continuamente i prodotti in suo possesso né si cura delle oscillazioni di prezzo giornaliere. Il suo obiettivo è ottenere un profitto tra molto tempo, non fare scommesse di breve durata.
- Un’ottima diversificazione
La gestione del rischio è fondamentale per aumentare notevolmente le probabilità di un investimento profittevole. È dunque importante diversificare, ovvero investire in prodotti di varia natura, che arrivano da vari settori dell’economia, che riguardano diverse aree geografiche e che hanno diversi profili di rischio.
- La semplicità, ‘Keep it simple, stupid’
Un neofita dovrebbe mantenere una certa semplicità nel suo investimento. Pochi prodotti ma buoni, scelti con criterio e con un livello di rischio ragionevole.
Fondi comuni di investimento, index funds e ETF
Tre famose e affermate tipologie di prodotti che soddisfano le tre caratteristiche sopracitate sono i Fondi comuni di Investimento, gli Index Funds e gli Exchange Traded Funds (ETF).
Fondi comuni di investimento
I fondi di investimento sono degli strumenti di raccolta del capitale di un investitore. Questi fondi sono fondamentalmente dei ‘contenitori’ gestiti da apposite aziende o enti pubblici o privati che raccolgono denaro dagli investitori e si impegnano a investire questo denaro sul mercato per loro conto. I profitti generati (le cosiddette plusvalenze) possono essere raccolti dagli investitori una volta che questi ritireranno la loro quota personale in gestione al fondo. Il fondo in cambio del servizio offerto trattiene una commissione, tipicamente una percentuale fissa del valore della somma investita (solitamente nell’ordine dell’1-2% annuo).
Vantaggi
- Massima semplicità per l’investitore, che delega la scelta dei prodotti al gestore del fondo o al consulente a cui si è rivolto. Quest’ultimo proporrà il paniere più adatto per il profilo di rischio e l’orizzonte temporale del cliente.
- Potenziale buona diversificazione. Se il consulente e il gestore effettivo del fondo sanno fare il loro lavoro diversificheranno bene l’investimento per il cliente, garantendogli un’esposizione ragionevole sul mercato. La diversificazione dipende tuttavia dallo specifico fondo: esistono fondi che diversificano solo entro uno specifico settore (es. solo azionario, solo bond) o entro una specifica area geografica (es. solo mercato USA, solo mercati emergenti…).
Svantaggi
- Costi di gestione relativamente elevati. L’1-2% all’anno può sembrare poco ma a lungo andare pesa sempre di più sul valore degli investimenti effettuati. Inoltre alcuni fondi hanno anche commissioni aggiuntive di entrata e di uscita o commissioni di performance, che sono proporzionali alla profittevolezza dell’investimento.
- Performance spesso inferiori rispetto al mercato di riferimento. I fondi a gestione attiva si pongono come obiettivo quello di battere l’andamento generale del mercato a cui fanno riferimento, investendo ad esempio nelle aziende e nei settori che sono ritenuti più profittevoli. Tuttavia è stato dimostrato che la maggior parte dei fondi a gestione attiva non riesce a fare meglio del benchmark di riferimento.
- Ci può non essere completa trasparenza da parte del gestore sui tipi di investimenti effettuati e sulle ragioni di determinate scelte su altre.
Index Funds
In finanza un indice è un insieme di beni finanziari della stessa tipologia e che condividono una o più caratteristiche. Esistono indici che tengono traccia ad esempio del valore azionario delle più grandi aziende di un paese oppure indici che tengono traccia del prezzo dei bond di un particolare mercato. Alcuni esempi famosi sono l’indice S&P500 che traccia le 500 aziende USA più capitalizzate, l’MSCI World che monitora le più grandi aziende globali oppure, in Italia, il FTSE MIB di Milano con le 40 principali aziende italiane quotate in borsa.
Gli Index Funds sono in parte simili ai fondi comuni di investimento ma con una sostanziale differenza. Gli Index Funds investono solo ed esclusivamente nel contenuto di un indice di riferimento. Ciò significa che il gestore è obbligato ad acquistare quote di aziende e titoli che appartengono all’indice, indipendentemente dalle performance attese e dalla ragionevolezza dell’investimento. Questa forma di investimento passiva semplifica dunque la strategia di investimento perché il fondo non deve fare alcuna scelta particolare, ma limitarsi alla lista di acquisti espressa dall’indice. Il costo di gestione di un Index Fund è perciò molto inferiore a quello di un fondo a gestione attiva, perché la sua strategia di investimento è estremamente banale.
Vantaggi
- Costi di gestione bassi. Il gestore applica infatti commissioni molto contenute per via della strategia di investimento passiva, favorendo la crescita del capitale nel tempo.
- Diversificazione potenzialmente elevata. A seconda dell’indice che l’index fund segue può essere garantita un’ottima diversificazione settoriale/geografica.
- Piena trasparenza sull’investimento. La composizione degli indici di mercato è pubblica, il gestore perciò non può commettere azzardi o fare scelte non ottimali perchè non ha margine di scelta.
Svantaggi
- La scelta dell’index fund più adatto è ancora nelle mani dell’investitore, che dovrà indirizzarsi su uno o più fondi in autonomia.
- In Italia non sono molto comuni dove sono invece molto più utilizzati gli ETF.
ETF
Gli Exchange Traded Funds sono dei fondi di investimento che investono passivamente in un indice e ne replicano fedelmente la sua composizione. Appartengono dunque alla famiglia degli Index Funds ma presentano un’importante caratteristica: il fondo creato dalla raccolta delle liquidità degli investitori è suddiviso in quote che sono scambiate in borsa come delle normali azioni. Quando dunque si versano dei soldi al gestore, questo si impegna ad investirli nelle aziende e nei titoli che fanno parte dell’indice di riferimento e crea queste azioni dell’ETF. Gli ETF quindi sono prodotti facilmente acquistabili e gestibili pur mantenendo le caratteristiche positive degli Index Funds come i costi bassi e la trasparenza.
Vantaggi
- Costi di gestione bassi. Quasi tutti gli ETF hanno costi di gestione (chiamato anche TER, Total Expense Ratio) inferiore all’1% mentre la maggior parte è tipicamente sotto lo 0.5%. Sono prodotti estremamente economici.
- Ottima diversificazione qualora l’indice a cui l’ETF fa riferimento a sua volta lo sia. Esistono anche molti ETF che coprono specifici settori o aree geografiche. Sono dunque strumenti adatti a tantissimi tipi di investitori, dai più principianti fino ai più esperti.
- Assolutamente trasparenti. Il contenuto di ogni ETF segue spesso un indice di mercato o, se non lo fa, pubblica sempre le posizioni nella sua scheda informativa.
Svantaggi
- Come per gli Index Funds tradizionali, è bene assicurarsi che l’ETF sia nato da sufficiente tempo per potersi assicurare che le performance siano state fedelmente in linea con quelle del benchmark di riferimento.
Come scegliere un ETF
L’accademia di JustETF è un ottimo punto da cui partire.
Lista degli ETF più famosi e acquistati
QUI trovi una guida ai principali ETF sul mercato.
Esempi di portafogli di ETF semplici e diversificati
QUI trovi alcuni esempi tipo di portafogli di ETF con vari orizzonti temporali e diversi livelli rischio.
Simulatore performance degli ETF
QUI trovi un ottimo simulatore che ti permetterà di creare tutti i portafogli che vorrai e di testarne le performance negli anni passati. N.B. Le performance passate non sono garanzia di quelle future.
Quale strategia adottare per investire (PAC vs. PIC)
Ci sono numerose tecniche per investire nei mercati. Esse sfruttano diverse strategie di entrata per ottimizzare i rendimenti o minimizzare il rischio. Le due più famose tecniche di investimento sono il Piano di Investimento di Capitale (PIC) o Piano di Accumulo di Capitale (PAC).
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PIC: È una strategia che prevede l’investimento sui mercati in un’unica soluzione. Il denaro che si vuole investire è dunque versato tutto subito per l’acquisto di prodotti finanziari. Es. Se si hanno a disposizione 1000€ da investire questi verranno utilizzati tutti oggi per comprare prodotti al prezzo che hanno in questo momento. Il PIC è dunque tendenzialmente più rischioso ma può potenzialmente offrire buoni rendimenti. Se ad esempio investiamo i nostri 1000€ in ETF, esponiamo subito tutti i 1000€ alle future fluttuazioni di mercato (da qui il rischio maggiore) ma dall’altro otterremo il massimo profitto se il valore delle nostre quote di ETF aumenterà. Facendo un PIC ci prendiamo un rischio più grande nella speranza di essere ben ricompensati in futuro.
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PAC: È una strategia che prevede l’investimento periodico di piccole quote sul mercato. Il denaro che si vuole investire è perciò versato in piccole somme a intervalli costanti nel tempo. Ad esempio, un PAC mensile prevede che ogni mese venga investita sul mercato una certa somma fissa (che l’investitore sceglierà), un PAC trimestrale farà la stessa cosa ma ogni tre mesi e così via…
Il PAC è una strategia meno rischiosa ma che, proprio per questo motivo, può anche ridurre le possibilità di rendimento.
Ipotizziamo di fare un PAC investendo 100€ al mese. A seconda del prezzo che ogni mese le quote dell’ETF avranno, riusciremmo a comprare più quote se il loro prezzo si sarà abbassato e meno quote se il loro prezzo sarà cresciuto. Il PAC consente quindi di approfittare dei ribassi di mercato per poter acquistare a prezzi “scontati” i nostri prodotti finanziari, abbassando quindi il nostro prezzo medio di acquisto (ovvero la somma totale investita divisa per il numero di quote che abbiamo acquistato). In gergo questa pratica è detta “mediare al ribasso il prezzo”.
Un altro vantaggio del PAC è il fatto che è perfetto per chi ha delle entrate periodiche e risparmia magari ogni mese qualcosa del suo stipendio per destinarlo agli investimenti.
Come anticipato, lo svantaggio di un PAC è il fatto che se i mercati vanno molto bene rende meno di una strategia PIC. Vediamo di seguito due esempi.
Prendiamo per esempio un indice azionario globale come l’MSCI World tra gennaio 2010 e gennaio 2020 e supponiamo di investire 12.000€.
- PIC: investendo tutti i soldi subito avremmo avuto, dopo 10 anni, 39.865€
- PAC: investendo 100€ al mese per 10 anni avremmo ottenuto 22.808€
Tra il 2010 e il 2020 i mercati globali hanno vissuto una fase di ottima crescita e la strategia PIC sarebbe stata vincente.
Prendiamo ora sempre l’MSCI World tra agosto 2000 e agosto 2010 e supponiamo di investire sempre 12.000€.
- PIC: investendo tutti i soldi subito avremmo avuto, dopo 10 anni, 8.217€
- PAC: investendo 100€ al mese per 10 anni avremmo ottenuto 12.546€
Tra il 2000 e il 2010 i mercati azionari hanno vissuto un periodo terribile. Nel 2000 è esplosa la bolla delle dot-com e nel 2007 è iniziata la Crisi Finanziaria Globale. Qui il PAC avrebbe limitato enormemente i danni facendoci guadagnare 546€ invece che farci perdere 3.783€.
QUI trovi i grafici che spiegano visivamente queste due situazioni.
Nessuno sa se in futuro sarà meglio investire tramite PIC o PAC perché nessuno sa come andranno i mercati. Un investitore non professionista e che punta a proteggere il capitale e a farlo fruttare senza troppi azzardi farebbe meglio a fare un PAC. Rinuncerà a dei profitti extra nel caso le cose vadano molto bene ma si riparerà enormemente nel caso di catastrofi finanziarie.
Smart PAC: una variante del PAC tradizionale
Come scritto poco sopra, il PAC classico prevede un investimento periodico costante sui mercati. Esiste in realtà una variante del PAC che presenta una piccola differenza rispetto a quello tradizionale e che possiamo chiamare Smart PAC. Lo Smart PAC prevede sempre un investimento periodico ma la quantità di denaro che ogni volta viene investita dipende dal prezzo del prodotto che acquistiamo. L’idea è quella di investire di più quando il prezzo è basso e meno quando il prezzo è alto, così da approfittare dei ribassi del mercato per comprare a prezzi scontati.
Come si fa uno Smart PAC? Un esempio con gli ETF
- Si calcola ogni mese (se il PAC è mensile) il prezzo medio di acquisto complessivo delle quote dell’ETF come:
PMC = Totale denaro investito/Numero totale quote acquistate
- Si confronta il prezzo che l’ETF ha oggi con il PMC. Più il prezzo attuale è basso rispetto al PMC più andremo ad investire nel nostro prossimo acquisto. Ad esempio, se partiamo con un investimento standard di 200€ al mese avremo:
Variazione rispetto al PMC | Investimento periodico | Moltiplicatore |
---|---|---|
-10% o meglio | €200 | 1 |
tra -10% e -15% | €250 | 1.25 |
tra -15% e -20% | €300 | 1.5 |
-20% o peggio | €350 | 1.75 |
I moltiplicatori della cifra base di 200€ li sceglierà l’investitore a seconda delle sue possibilità, questi numeri sono solo esempi. Lo Smart PAC aiuta dunque a compensare i ribassi di mercato e ad abbassare il prezzo medio di acquisto, consentendo di avere profitti maggiori quando i mercati torneranno a crescere.
Per aiutarti con questi conti QUI trovi un Google Sheet già pronto, dove devi solo inserire la somma di partenza, la lista dei tuoi acquisti e scegliere i moltiplicatori che più desideri.
Regime dichiarativo vs amministrato
Il regime dichiarativo obbliga l’investitore a dichiarare ogni anno le plusvalenze e i vari titoli in suo possesso nel modello 730, con l’aiuto di un commercialista o il proprio CAF. Questo può essere utile per spostare in avanti il pagamento delle tasse di un anno e, di conseguenza, avere della liquidità aggiuntiva per più tempo, da usare come meglio si crede (anche reinvestendola). L’operazione di dichiarazione non è tuttavia banale e quindi non ideale per i principianti.
Nel regime amministrato, invece, il broker fa da sostituto d’imposta e addebita in automatico le tasse imponibili. L’investitore dunque non dovrà preoccuparsi di dichiarare nulla in quanto il broker farà tutto in automatico. Il regime amministrato è ideale per tutte quelle persone che vogliono la massima semplicità dal punto di vista fiscale.
Quali tasse devo pagare?
La tassazione si applica sui profitti generati al momento della vendita del titolo. La percentuale di tasse da pagare dipende dal prodotto acquistato. Ad esempio, Azioni ed ETF sono tassati al 26%, mentre le obbligazioni statali sono tassate al 12.5%.
- Azioni - 26%
- Fondi e ETF italiani e armonizzati - 26%
- Titoli di stato italiani (BTP, BOT, CCT, CTZ) - 12,5%
- Obbligazioni dei titoli pubblici territoriali (regioni, province e comuni) - 12,5%
- Bond di stato esteri inseriti nella white list (=quasi tutti) - 12,5%
- Bond degli organismi internazionali - 12,5 %
- Bond societari - 26%
- Certificati di investimento - 26%
È presente inoltre un’imposta di bollo sui conti titoli pari allo 0,20% annuo del controvalore di mercato dei prodotti finanziari presenti in portafoglio.
CONTO TITOLI
Per poter investire in prodotti finanziari è necessario essere in possesso di un Conto Titoli ed è dunque importante scegliere quale piattaforma offre quello più conveniente ed efficiente.
La caratteristica principale sulla quale ci si deve soffermare è il Regime con il quale la piattaforma opera: DICHIARATIVO vs AMMINISTRATO.
Il Regime Dichiarativo obbliga l’investitore a dichiarare le plusvalenze e i vari titoli nel Modello 730, con l’aiuto di un commercialista o il proprio CAF. Questo può essere comodo per spostare in avanti il pagamento delle tasse di un anno e, di conseguenza, avere della liquidità aggiuntiva da usare come meglio si crede (anche reinvestendola).
Il Regime Amministrato è attuato dall’intermediario finanziario che fa da sostituto d’imposta e addebita in automatico le tasse imponibili. L’investitore dunque non dovrà preoccuparsi di dichiarare eventuali plusvalenze in quanto il broker lo farà in automatico.
Le società Italiane forniscono il regime Amministrato come opzione di default mentre i broker stranieri non offrono mai questa opzione. Affidarsi a broker stranieri comporta una serie di ulteriori complicazioni fiscali che richiedono una grossa attenzione da parte di società dedicate o commercialisti esperti nel settore.
Da queste considerazioni è facilmente intuibile che la scelta per il Regime Amministrato è da preferirei quasi sempre se non per casi estremamente delicati e professionali. Le commissioni non sono l’unico parametro da considerare, anzi, a lungo termine impattano estremamente poco sul rendimento come indicato nell’ottimo video di u/Nanday_
Quale broker scelgo?
I più usati sono:
-
Directa: è un broker italiano che opera in regime amministrato
-
Degiro: è un broker olandese che opera in regime dichiarativo
-
Scalable Capital: è un broker tedesco che opera in regime dichiarativo
-
Banche: ogni banca ha commissioni diverse e serve analizzare caso per caso
Per confrontare le commissioni dei principali broker e banche vedere QUI.
Guida per Directa
(Guida pubblicata prima del rilascio della nuova interfaccia Directa Libera)
Gentilmente e calorosamente offerta da u/RyoNicatore di Finanza Cafona
Risparmiare
Caso di studio: assicurazione auto
Usare il comparatore (preventipass) offerto da Ministero dello Sviluppo Economico (MSE) e dall’Istituto per la Vigilanza sulle ASSicurazioni (IVASS).
Informativa iniziale che cos’è e come si usa É un’applicazione web, realizzata attraverso i finanziamenti del MISE (fondi a vantaggio dei consumatori - Art. 148 L. 388/2000), che ti consente di confrontare i costi delle coperture r.c. auto offerte dalle imprese assicurative operanti in Italia.
Il preventivatore pubblico non rilascia preventivi per il caso previsto dall’art. 171, comma 1, lettera c) del Codice delle Assicurazioni Private, ovvero per il caso in cui l’utente intenda mantenere un contratto già stipulato sostituendo il veicolo assicurato con altro veicolo. In tale circostanza, infatti, l’utente dovrà contattare direttamente l’impresa con cui ha sottoscritto il contratto in corso per le modifiche della copertura che si intende mantenere ed il calcolo dell’eventuale conguaglio di premio.
Differenza rispetto ai Comparatori commerciali Il preventivatore pubblico non svolge alcun ruolo di intermediazione tra consumatori e imprese assicurative. A differenza degli altri comparatori commerciali, Il preventivatore pubblico: • non percepisce alcuna provvigione in caso di sottoscrizione della polizza; • consente di comparare le offerte di tutte le imprese assicurative operanti in Italia. I comparatori commerciali invece offrono solo i preventivi delle imprese di cui sono intermediari; • consente la comparazione tra preventivi riferiti al contratto base r.c. auto.
Caso di studio: bolletta luce e gas
Dove confrontare i consumi e vedere uno storico di essi?
Il (Portale Consumi) è il sito istituzionale dove i consumatori possono accedere ai dati relativi alle forniture di energia elettrica e di gas naturale di cui sono titolari, compresi i propri dati di consumo storici e le principali informazioni tecniche e contrattuali con modalità semplice, sicura e gratuita. E’ realizzato e gestito da Acquirente Unico, sulla base delle disposizioni di ARERA, in attuazione della legge di Bilancio 2018 (legge n. 205 del 27 dicembre 2017).
Come leggere i dati di consumo del contatore, delle bollette e dei fornitori di luce e gas?
Per una panoramica completa fare riferimento a (FAQ).
Dove confrontare diversi venditori luce e gas?
Sul portale Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) è possibile confrontare le offerte di venditori luce, gas, o Dual Fuel. Un’offerta Dual Fuel rappresenta una fornitura congiunta di energia elettrica e gas naturale che un consumatore può sottoscrivere con lo stesso venditore.
Che tipo di offerte sono presenti sul portale ARERA?
La Deliberazione 51/2018/R/com prevede che siano pubblicate le offerte rivolte alla generalità dei clienti finali pubblicizzate o diffuse sui siti internet e/o presso gli sportelli fisici dei venditori, su altri siti internet e sui principali mezzi di informazione con copertura territoriale almeno pari alla regione, al fine di fornire un’adeguata ed esaustiva rappresentazione delle offerte presenti sul mercato retail. Si chiarisce che, attualmente, non rientrano in questa categoria tutte le offerte che, indipendentemente dal canale di commercializzazione:
- siano riservate a un gruppo chiuso di soggetti dotati di specifici requisiti distintivi e quindi non replicabili per la generalità dei clienti (es. offerte rivolte ai dipendenti del venditore o delle imprese appartenenti al medesimo gruppo societario o a familiari o amici dei medesimi dipendenti);
- abbiano condizioni contrattuali ed economiche oggetto di negoziazione individuale ossia, personalizzate (es. offerte che possono essere personalizzate dagli agenti commerciali in base alle caratteristiche del cliente);
- non siano pubblicizzate con nessuna delle modalità sopra indicate - siti internet e/o presso gli sportelli fisici dei venditori, su altri siti internet e sui principali mezzi di informazione con copertura territoriale almeno pari alla regione - ma proposte ai clienti solamente se direttamente contattati dal venditore o da un suo agente e sottoscrivibili unicamente dai clienti in tal modo contattati;
- siano riservate unicamente alle pubbliche amministrazioni;
- siano destinate ai prosumer;
- siano pubblicizzate esclusivamente tramite mezzi di informazione con una copertura territoriale inferiore alla regione. Infine, su richiesta dei venditori, possono essere pubblicate nel Portale Offerte anche offerte non generalizzate come sopra definite.
Da cosa è composto il Prezzo finale nella bolletta gas?
Il Prezzo finale nella bolletta gas è costituito dalla somma di diverse componenti di spesa
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Spesa per la materia gas naturale
Comprende gli importi fatturati afferenti alle diverse attività svolte dal venditore per fornire gas al cliente finale. Nel Mercato Tutelato i valori delle componenti della spesa per la materia gas naturale vengono stabilite da ARERA con aggiornamento trimestrale. Nel Mercato Libero invece è il venditore che ne stabilisce autonomamente modalità di applicazione ed importo.
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Spesa per il trasporto e la gestione del contatore
Comprende gli importi fatturati per le diverse attività che consentono ai venditori di consegnare ai clienti finali il gas naturale
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Spesa per oneri di sistema
Comprende gli importi fatturati relativamente a corrispettivi destinati alla copertura di costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema gas che vengono pagati da tutti i clienti finali del servizio gas
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Imposte
Comprende le voci relative all’imposta di consumo (accisa), l’addizionale regionale e l’imposta sul valore aggiunto (IVA).
Cosa devo fare e quanto costa cambiare venditore di elettricità o gas?
- Per cambiare il veditore di energia elettrica o gas naturale il cliente deve solamente sottoscrivere un nuovo contratto con un diverso venditore, conferendo a quest’ultimo la procura a recedere per suo conto e in suo nome dal contratto in corso di esecuzione con il proprio venditore. Il nuovo venditore si occuperà della gestione tecnico-amministrativa e commerciale per l’erogazione della fornitura.
- Nessun costo è previsto per il cambio venditore, né nel passaggio tra due venditori operanti nel mercato libero, né nel passaggio dal servizio di maggior tutela al mercato libero e viceversa (al netto di imposte di bollo, depositi cauzionali o altre garanzie ove previste dal contratto).
Sezione incompleta: work in progress
Lista bonus
Contributo sotto forma di sconto sul prezzo di vendita dei canoni di connessione internet in banda ultra larga (almeno 30 Mbit/s DL e 15 Mbit/s in UP) per un periodo di almeno 12 mesi e, ove presenti, dei relativi servizi di attivazione, come anche la fornitura di Tablet o PC. Bonus pari a 500 euro
per famiglie con ISEE sotto i 20k euro.
Bonus Abbonamenti Giornali e Riviste
Bonus abbonamenti a giornali e riviste, anche in formato digitale, pari a 100 euro
per famiglie con ISEE sotto i 20k euro.
Bonus Occhiali e Lenti a Contatto
Contributo pari a 50 euro
sotto forma di sconto sul prezzo di listino per occhiali da vista e lenti a contatto correttive: non è prevista alcuna detrazione fiscale. Ricordiamo che l’acquisto di occhiali da vista o lenti correttive rientra già tra le spese mediche detraibili (superata la franchigia fissata a 129,11 euro), per famiglie con ISEE sotto i 10k euro.
Il “Bonus vacanze” offre un contributo fino 500 euro
da utilizzare per soggiorni in alberghi, campeggi, villaggi turistici, agriturismi e bed & breakfast in Italia. Può essere richiesto dal 1° luglio al 31 dicembre 2020 e fruito fino al 30 giugno 2021.
Bonus Sociale (Acqua, Luce, Gas) Dal 1° gennaio 2021 tutti i bonus sociali per disagio economico saranno riconosciuti automaticamente ai cittadini/nuclei familiari che ne hanno diritto, senza che questi debbano presentare domanda. Gli interessati non dovranno più presentare la domanda per ottenere i bonus per disagio economico presso i Comuni o i CAF: sarà sufficiente che ogni anno, a partire dal 2021, il cittadino/nucleo familiare presenti la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per ottenere l’attestazione ISEE utile per le differenti prestazioni sociali agevolate (es.: assegno di maternità, mensa scolastica, bonus bebè ecc.)
Bonus Disagio Fisico
Non verrà invece per il momento erogato automaticamente il bonus per disagio fisico. Pertanto dal 1° gennaio 2021 nulla cambia per le modalità di accesso a tale bonus: i soggetti che si trovano in gravi condizioni di salute e che utilizzano apparecchiature elettromedicali per la loro sopravvivenza dovranno continuare a farne richiesta presso i Comuni o i CAF abilitati.
Bonus Mamma Bonus Mamma
Bonus Bebè Bonus Bebè
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Cosa?
L’assegno di natalità (anche detto “Bonus Bebè”) è un assegno mensile destinato alle famiglie per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo. L’assegno è annuale e viene corrisposto ogni mese fino al compimento del primo anno di età o del primo anno di ingresso nel nucleo familiare a seguito di adozione o affidamento preadottivo.
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Chi?
L’assegno spetta ai cittadini italiani, comunitari o extracomunitari in possesso di idoneo titolo di soggiorno per le nascite, adozioni, affidamenti preadottivi avvenuti nel 2020.
Bonus Asilo Nido Bonus Asilo Nido
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Cosa?
Contributo per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati e di forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche. L’importo massimo erogabile è determinato in base all’ISEE minorenni, in corso di validità, riferito al minore per cui è richiesta la prestazione.
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Chi?
La domanda può essere presentata dal genitore di un minore nato o adottato in possesso dei requisiti richiesti.
Strumenti bancari
Per approfondimenti semplici, premete sui link
Conto Deposito
Il Conto Deposito è un particolare conto presso una banca che non esegue le normali operazioni di un conto corrente come pagamenti, ma ha come unica funzione quella di depositare del denaro al fine che vi sia una remunerazione. Ci sono diverse tipologie di Conti Deposito: Libero, Svincolabile, Vincolato.
Il Conto Deposito LIBERO calcola gli interessi giornalmente in base alla liquidità depositata e distribuisce gli interessi in base alla cadenza specificata nel Foglio Illustrativo, come per esempio semestralmente. La somma può essere versata da e verso il proprio conto corrente d’appoggio senza alcun limite, se non il tempo materiale del bonifico. Ciò è compensato da tassi di rendimento bassi.
Il Conto Deposito SVINCOLABILE è pensato per depositare una somma di denaro per un periodo di tempo deciso dall’investitore, più è lungo, più il rendimento è elevato. La particolarità di ciò è la possibilità di svincolo anticipato della somma e dunque un accesso alla liquidità in periodo inferiore a quello indicato inizialmente. Questo spesso a seguito da diverse penali che dipendono dai singolari conti depositi, per esempio: l’attesa ulteriore di un mese, un tasso d’interesse azzerato… Il Conto Deposito VINCOLATO è adatto, come suggerisce il nome, a depositare una somma per un periodo fisso e non modificabile per nessun motivo e dunque la liquidità sarà disponibile solo al termine della durata scelta. Questa condizione è spesso compensata da tassi d’interesse elevati. IMPORTANTE: QUESTO TIPO DI CONTO DEPOSITO NON è ADATTO PER IL FONDO D’EMERGENZA! Non si possono prevedere gli imprevisti!
Per il Fondo d’Emergenza è dunque consigliato un Conto Deposito LIBERO oppure SVINCOLABILE che però abbia delle penali minime o nulle. Il rendimento non è l’unico parametro da considerare! Per poter confrontare i diversi Conti Deposito esiste il Sito Deposifire offrite da bere al creatore u/uBeckrs
PREMESSA:Sottolineo che per operare con i due successivi prodotti è necessario essere in possesso di un Conto Titoli presso una Banca o Broker ed è consigliato l’utilizzo solo se alle persone interessate e con conoscenze adeguate dei prodotti finanziari indicati.
ETF Monetario
Se si vuole un attimo alzare il livello di conoscenza, esiste la possibilità di allocare la somma del Fondo d’Emergenza in un ETF Monetario. A riguardo, ecco il completissimo Post di u/emish89 e un ottimo video di u/Nanday_ che ne analizza diversi.
Scala di BOT
Se si vuole ulteriormente ottimizzare alcune spese prevedibile a breve termine, dunque per un periodo inferiore all’anno, si può pensare di utilizzare i Titoli di Stato Italiano a Breve Termine Zero Coupon noti come Buoni Ordinari del Tesoro (BOT). Una Breve Guida direttamente del MEF! Si può dunque cercare sulla Sezione dedicata del proprio Conto Titoli quale BOT sia il più vicino alla data del pagamento programmato (bollo auto, operazione dentale ecc…) e selezionare la somma adeguata.
Strumenti finanziari: investimenti
Con investimento si intende l’attività finanziaria di un soggetto economico detto investitore atta all’incremento di beni capitali mediante l’acquisizione o creazione di nuove risorse economiche da usare nel processo produttivo. Può riguardare sia un soggetto imprenditoriale nell’ambito della sua attività di impresa, sia in senso esteso un privato cittadino nell’incremento della sua qualità della vita.
Approfondimento sulle obbligazioni
Strumenti previdenziali: pensioni
Cos’è un fondo pensione?
uno strumento utile ad integrare ed affiancare la pensione pubblica, in alcuni rari casi può essere visto come investimento (se prossimo alla pensione).
Chi regola i fondi pensione?
Tutte normative statali, l’ente preposto a vigilare è la Covip.
Come posso aprirlo?
si può aprire in 3 modi: versamento del tfr, versamento volontario del contribuente o entrambi i modi insieme.
Quando aprirlo?
prima possibile, la tassazione nonchè le anticipazioni si basano completamente sulla questione temporale.
Come viene tassato?
la tassazione finale va dal 15 al 9% in base agli anni di adesione, dopo il 15o anno scende di 0.3 ogni anno fino al minimo del 9.
Le tassazioni sulle anticipazioni e sul capitale finale sono sempre fissate non seguono mai il reddito.
Gli interessi vengono tassati?
si, al 20%.
Posso fare anticipazioni?
si per 3 motivi:
anticipazione per motivi di salute, in qualunque momento senza vincoli temporali fino al 75% del montante, tassazione come il capitale (dal 15 al 9);
acquisto o ristrutturazione 1a casa: fino al 75% dopo 8 anni dall’adesione, tassato al 23% fisso;
motivo generico: fino al 30% senza motivo dopo 8 anni, tassato al 23%.
Se rimango senza lavoro?
ci sono diverse vie di uscita.
Liquidazione immediata per disoccupazione o cig, tassazione fissa al 23%.
Dopo 1 anno di disoccupazione 50% con tassazione dal 15 al 9, dopo 3 anni, quindi 4 totali di disoccupazione 100% stessa tassazione.
Posso fermare i versamenti?
si quando vuoi.
Posso cambiare fondo?
si, attenzione, puoi trasferire il fondo a un altro dopo 2 anni di adesione ma posso aprirne uno nuovo quando voglio.
Mi conviene versare il tfr?
imho la forma migliore, non spendi nulla e hai una tassazione agevolata, ricordo che la tassazione sul tfr segue il reddito, nel fondo pensione ha tassazioni fisse.
Se verso io cosa succede?
si ha una deduzione fiscale, attenzione non detrazione, fino a 5164 € annui.
In soldoni recupero la mia aliquota fiscale, quindi se verso 1000 € e ho una tassazione al 23% recupero in busta paga 230 €.
Le somme che verso seguono gli stessi principi visti sopra, se verso io e anche il tfr il tfr non si somma per il limite della deduzione.
Alla mia azienda conviene versare il tfr?
si, per vari motivi. Si toglie il peso di liquidarti in blocco quando vai via e di darti le rivalutazioni, inoltre lo Stato riconosce all’azienda degli sgravi fiscali alle aziende che versano i tfr.
L’azienda può decidere di non versare il mio tfr nel fondo?
no, è obbligata.
Da quanto parte il versamento?
dal momento dell’adesione in avanti.
Nelle azienda con < 50 dipendenti se l’azienda vuole può versare il pregresso ma non è obbligata. Se l’azienda ha più di 50 dipendenti va all’inps e non lo permette.
Posso sospendere i versamenti?
si quando vuoi.
Posso versare una volta sola?
si, ha senso per aprire la posizione e iniziare a far scalare gli anni.
Se trasferisco il fondo il conteggio degli anni riparte?
no, fa fede la data di prima adesione. Tenete sempre da parte una copia dei documenti del primo che aprite.
Che cos’è un fondo aperto?
un fondo che non richiede particolari requisiti per aderirvi o rimanerci.
Che cos’è un fondo negoziale?
un fondo legato al territorio o al ccnl, per aderirvi devo avere requisiti precisi.
Cos’è un Pip?
Piano individuale assicurativo, fondo pensione delle assicurazioni, unisce alcuni vantaggi legati alle assicurazioni quali impignorabilità insequestrabilità ma ha costi maggiori.
Quale tipologia di fondo conviene?
Solitamente il negoziale, perchè han i costi più bassi e sopratutto per il versamento del datore?
Versamento del datore?
Obbligatorio nel caso in cui anche voi versiate, va in % di stipendio e il datore deve versare almeno la stessa cifra. Stonks.
Può versare il datore anche su fondi non negoziali?
Si ma non è obbligato.
Se perdo i requisiti per il fondo negoziale , es. cambio settore, che succede?
Posso decidere di liquidarlo o trasferirlo.
Se verso il tfr e un contributo posso sospendere il versamento mio?
si.
Ho una p.iva come funziona?
stesso identico funzionamento, chi è in proprio porta in deduzione il fondo come costo per l’attività.
Se sono p.iva o forfettario lo scarico?
No, ma conviene aprirlo con un versamento per far scalare gli anni.
Che costi ci sono?
dipende dal fondo, solitamente i Pip sono più costosi i negoziali e aperti meno.
In linea di massima ci può essere un costo di caricamento sul singolo versamento e/o di gestione sul montante.
Come li investono?
ogni fondo ha delle linee, si va dal garantito senza rischi all’azionario.
Quale linea scegliere?
dipende dalla propensione al rischio e l’età, nel dubbio spesso ci sono linee programmate quindi si gestisce il fondo in base all’età e anni al pensionamento.
Che fondo scegliere?
se c’è negoziale meglio quello. Altrimenti fondo aperto, i pip sono costosi.
Ho un problema con il mio fondo/ho dei dubbi, chi posso contattare?
In primis il fondo poi la covip.
Come faccio a sapere se la mia azienda versa il tfr?
Nel caso di tfr in azienda lo sa solo l’azienda, la quota sulla busta paga può essere fittizia. É la quota accumulata ma non è detto sia effettivamente accontonata. Nel fondo pensione ci sono i versamenti che fa l’azienda, lì ci sono o non ci sono.
Strumenti previdenziali: riscatto Laurea agevolato
Mini-guida a cura di u/aintx riguardante il riscatto di laurea agevolato. Link discussione: https://www.reddit.com/r/ItaliaPersonalFinance/comments/s1dbr9/guida_al_riscatto_di_laurea_agevolato/
Che cosa è
Il riscatto del corso di laurea è lo strumento che permette di trasformare gli anni di università e formazione in anni contributivi e quindi integrare la posizione contributiva ai fini del diritto e del calcolo di tutte le prestazioni pensionistiche.
Cosa si può riscattare
Si possono riscattare:
- diplomi universitari
- diplomi di laurea
- diplomi di specializzazione
- dottorati di ricerca
- laurea triennale, laurea specialistica e laurea magistrale
- diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM).
Se non si è conseguito il titolo, non si può usufruire del riscatto. Sono esclusi gli anni fuori corso. È possibile anche riscattare solo una parte e non l’intero corso di studi.
Piccolo esempio:
Mario ci ha messo 4 anni per fare la triennale in psicologia ambientale e altri 4 per fare la specialistica in ingegneria della giurisprudenza musicale. Quello che può riscattare Mario sono 5 anni (3 + 2) e non 8.
Importo
L’importo per anno che si vuole riscattare è di circa 5.254 €. L’importo si può rateizzare fino a 10 anni (120 rate) o si può pagare anche in un’unica soluzione. Se Mario volesse riscattare quindi 5 anni, l’importo finale sarà circa 26.270 €.
Numero di rate e deduzione!
Una cosa che molto spesso non viene menzionata è che l’importo del riscatto di laurea è deducibile. Il riscatto comporta quindi una riduzione della base imponibile su cui vengono calcolate le imposte. L’importo “reale” dell’esempio precedente quindi non sarà più 26.270 €, ma 26.270 € - (deduzione annua) x (anni di pagamento)
Esempio 1:
Mario ha una RAL poco sopra i 40.000 €, ha un imponibile di circa 35.500 € e paga annualmente circa 9.500 € di IRPEF. Mario ricade appieno nello scaglione del 38 % (con la nuova riforma 35%). Mario vuole riscattare i 5 anni e sceglie di farlo in 10 anni (120 rate).
L’importo che Mario dovrà pagare annualmente sarà circa 2.630 €, circa 220 € mensilmente. Il reddito imponibile di Mario si ridurrà però di 2.630 € e le imposte che dovrà pagare non saranno più 9.500 € ma 8.500 €. Il risparmio sull’IRPEF sarà quindi di circa 1.000 €. Su 10 anni, 10.000 €.
Tenendo conto quindi del risparmio fiscale, il “costo netto” del riscatto non sarà più 26.270 €, ma 16.270 €. Annualmente si passa da 2.630 € a 1.630 €, mensilmente da 220 € a 135 €.
Esempio 2:
Giulio ha una RAL di 22.000 €, con un imponibile di circa 19.500 €. Giulio sceglie di fare il riscatto di laurea di 5 anni in 5 anni (60 rate) e quindi di pagare 5.250 € annui. Il reddito imponibile di Giulio si abbassa da 19.500 a 14.250 € e l’IPREF che dovrà pagare non sarà più 4.600 € ma 3.250 €, per un risparmio annuo di 1.350 €. In 5 anni, 6.750 €.
Nel caso si decidesse quindi di procedere con il riscatto di laurea, conviene scegliere sempre per il maggior numero di rate possibili (120, 10 anni) per cercare di erodere sempre lo scaglione più alto dell’aliquota IRPEF in cui si ricade. Le rate sono inoltre a tasso 0 ed in caso l’inflazione aumentasse rapidamente, la rata rimane comunque uguale ed il costo percepito in 10 anni sarà minore.
Perché non farlo (contro)
Partiamo dai contro. Probabilmente i giovani lavoratori di oggi andranno in pensione per vecchiaia e non con l’anticipata (in cui contano gli anni di contributi). Avere quindi 5 anni di contributi in più non cambia nulla sulla data di pensionamento, soprattutto se si hanno accumulato grandi buchi contributivi (anni fuori corso o carriere altamente discontinue).
Si possono avere inoltre dubbi sulla tenuta dei conti futuri dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale per svariati motivi che non starò ad elencare.
Nel caso avvenisse la riforma tanto discussa del riscatto di laurea gratuito, ci si troverebbe in una posizione di svantaggio rispetto agli altri: quello che si è versato rimane all’INPS e non si può farselo restituire.
Perché farlo (pro)
Con circa 26.270 € (che si possono trasformare in circa 16.000 € o meno tenendo conto delle deduzioni) si riscattano 5 anni di vuoto contributivo. Con il riscatto ordinario si pagherebbero cifre doppie, triple o ancora più alte. Non si può inoltre sapere cosa accadrà tra 20, 30 o 40 anni. Potrebbero avvenire anche dieci nuove riforme del sistema pensionistico. Il riscatto agevolato può essere un’opportunità soprattutto per chi “non sente” il peso delle rate.
Come si fa
Non mi dilungo, è quasi banale. Basta avere lo SPID, collegarsi al sito dell’INPS, e seguire le istruzioni. La procedura dura abbastanza poco. Una volta conclusa, è necessario attendere l’approvazione (qualche mese). Una volta approvato, si consiglia di utilizzare il pagamento automatico mensile dal proprio conto corrente, altrimenti si devono pagare 120 rate manualmente. In ogni caso sul sito sono ripotate tutte le istruzioni.
Ma quindi, a chi conviene farlo? Conclusioni
In definitiva, chi ha un reddito “elevato” e ricade nelle aliquote IRPEF più alte (dal 35%/38% in su) ha un vantaggio fiscale più elevato di chi ha un imponibile più basso. I vantaggi fiscali più apprezzabili si hanno con RAL maggiori di 34.000 € e numero di rate massimo.
Conviene sempre scegliere il numero massimo di rate possibili, 120 in 10 anni.
Il riscatto, per i giovani con carriere discontinue o con “vuoti contributivi” importanti (esempio tanti anni fuoricorso), non appare efficace con l’attuale sistema pensionistico perché si andrebbe in pensione per vecchiaia e non con l’anticipata. Cinque anni di contributi in più fanno poca differenza sul montante e nessuna differenza sulla data di pensionamento (con la pensione di vecchiaia).
Il riscatto di laurea potrebbe essere un’opportunità per chi ha pochi vuoti contributivi (iniziato a lavorare subito dopo la laurea conseguita in tempo) ed ha un reddito “elevato”. In questo caso si sfrutterebbero le maggiori deduzioni fiscali e si punterebbe magari ad una pensione per anni di contributi (pensione anticipata).
Non si sa però cosa ci riserverà il futuro e le future manovre pensionistiche. I bilanci dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale non sono incoraggianti. Si deve valutare quindi con attenzione il rischio ed il ritorno di questa eventuale operazione, come per tutti gli investimenti.
Opinione personale
Se Mario si è laureato in tempo ad informatica, ha un contratto indeterminato con una RAL di 55.000 €, ha un fondo pensione privato ed altri investimenti, una rata di 220 € (che con le deduzioni 135 €!) può essere sopportabile ed anche un’opportunità per andare forse in pensione prima.
Se Giulio ha un contratto a tempo determinato con 20.000 € di RAL, fa fatica con le bollette, ci ha messo dodici anni per laurearsi alla triennale di ecofilosofia marina, non ha nessun investimento o fondo pensione privato, il riscatto di laurea non è forse lo strumento più adatto a lui.
Strumenti assicurativi: polizze ed assicurazioni
Concetti di base
Gli agenti economici operano in contesti decisionali caratterizzati da incertezza; compiono scelte rischiose e fronteggiano situazioni rischiose. Un contratto assicurativo serve a eliminare o ridurre questo rischio.
Il rischio riguarda l’insieme degli effetti di un evento rischioso su un soggetto. Un evento rischioso è un accadimento che ha una molteplicità di manifestazioni possibili, dette scenari, e non è noto quale fra queste si realizzerà. Il rischio è soggettivo, in quanto uno stesso evento può avere effetti diversi a seconda del soggetto, c’è chi ci può guadagnare e chi ci può perdere (Floreani, 2011).
Una polizza assicurativa è un contratto che riduce la perdita finanziaria associata a un evento rischioso e riguarda esclusivamente gli effetti economici negativi che un evento rischioso può determinare su un soggetto. Il tipo più semplice di polizza assicurativa specifica un premio assicurativo, ossia la somma di denaro che l’assicurato paga per la polizza, e l’indennizzo assicurativo, ossia la somma di denaro che l’assicurato riceve se subisce la perdita specifica contemplata dalla polizza.
Per essere assicurabile un rischio deve avere le caratteristiche seguenti:
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Omogeneità: esiste un numero sufficientemente ampio di unità esposte in modo similare al medesimo rischio.
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Indipendenza: i sinistri delle singole unità esposte sono fra loro indipendenti.
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Misurabilità: è possibile stimare la probabilità di accadimento del sinistro e il danno del sinistro.
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Incertezza: non deve essere quasi certo, ossia deve essere imprevedibile.
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Casualità: l’evento rischioso accade accidentalmente e è il coniugato o congiunto all’incertezza.
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Involontarietà: implica l’indipendenza dalla volontà dell’assicurato.
Il più semplice dei contratti assicurativi prevede una copertura q, ossia un risarcimento pagato dalla compagnia all’assicurato nel caso in cui si verifichi la perdita d, e un premio assicurativo, p, pagato dall’assicurato alla compagnia.
Approfondimento sul lato tecnico delle assicurazioni
Mutui e prestiti
Il mutuo, disciplinato dal codice civile (art. 1813 e seguenti), prevede lo scambio fra due parti di beni di uguale quantità e specie, dietro compenso di interessi. Il mutuo bancario prevede lo scambio di denaro, ossia il mutuante (banca) consegna oggi una somma al mutuatario (cliente) che si impegna a restituirla entro un certo tempo, a rate o meno, e con gli interessi pattuiti. Il mutuo viene formalizzato da un contratto (per il caso che più ci interessa, il mutuo per la “casa”, attraverso un atto pubblico presso un notaio) e può essere di diversi tipi, ad esempio:
- ipotecario - a garanzia della banca, il mutuatario (o un terzo) concede l’iscrizione di un’ipoteca su un proprio bene
- fondiario - la somma concessa dalla banca è uguale o inferiore all’ 80% del valore della transazione; la fondiarietà ha vari effetti giuridici fra cui ad esempio “migliora la qualità” dell’ipoteca per il mutuante
- chirografario - mutuo concesso dietro sola firma senza acquisizione di garanzie
- abitativo/immobiliare - destinato all’acquisizione/costruzione/ristrutturazione di un immobile
Il mutuo può rientrare contemporaneamente in più delle succitate categorie; ad esempio il cosiddetto “mutuo per la casa” è (di solito) un mutuo abitativo fondiario ipotecario (ma nulla vieta ad una banca di finanziarvi l’acquisto di una casa al 100% e con un mutuo chirografario!). Il contratto di mutuo non può essere modificato unilateralmente dalle parti (fatto salvo quanto già espressamente indicato nel contratto), ma ciò non toglie che le due parti possano raggiungere di comune accordo la decisione di modificarlo.
FINALITA’
In generale il cliente è tenuto, quando chiede un prestito di qualsiasi natura, a spiegare alla banca per cosa gli servono i soldi (normativa sul prestito a consumo, legge antiriciclaggio, ecc.); a seconda della finalità si può accedere a prodotti differenti e quindi anche a durate e tassi differenti. Per il mutuo come comunemente viene inteso, le principali finalità possono essere:
- acquisto - utilizzato per comprare un immobile, per intero o una sua parte (ad es. un erede compra la quota degli altri eredi oppure compro solo la nuda proprietà)
- ristrutturazione - la somme verrà utilizzata per ristrutturare un immobile; alcune banche distinguono fra due tipi di ristrutturazione piccola e normale; la piccola (importi bassi sia in assoluto che relativamente al valore dell’immobile) prevede di solito un iter più snello di quella normale, che invece prevede l’erogazione a stato avanzamento lavori (SAL) - vedi dopo)
- costruzione - se si ha a disposizione il terreno e servono fondi per costruire la casa, oppure qualora si stia comprando una casa ancora in costruzione e il costruttore chieda i pagamenti in relazione all’avanzamento dei lavori. Anche questa finalità di solito viene gestita in modalità SAL.
- prima casa - che riguarda la prima casa, anche futura; mi pare di ricordare che ci sia un periodo di 6 mesi per trasformare la casa oggetto del finanziamento in prima cassa; questa finalità prevede agevolazioni fiscali non indifferenti ma impone vincoli per evitare che venga abusata
- seconda casa - tutto ciò che non è prima casa; quindi non necessariamente una seconda casa nel vero senso del termine, potrebbe trattarsi anche di un garage non pertinenziale o della terza casa
- surroga - in breve il trasferimento di un mutuo da una banca all’altra; tratterò meglio questo argomento più in basso in questa guida
- altre finalità - ristrutturazione di debiti, spese rilevanti non immobiliari, ecc.; queste finalità di solito non permettono l’accesso ai tassi agevolati concessi per le finalità immobiliari.
Come per le tipologie di mutuo su citate anche la finalità può essere multipla, ad esempio un mutuo può avere finalità di acquisto più ristrutturazione (se ad esempio compro un vecchio rudere e voglio ristrutturarlo).
IL TASSO
L’aspetto che giustamente più interessa il cliente è il tasso, ma, attenzione, non deve essere l’unico aspetto preso in considerazione; nella scelta del mutuo (quale tipo e presso quale banca) bisogna ponderare tutti i suoi aspetti. Il tasso determina gli interessi da corrispondere alla banca. Nel atto di mutuo deve essere chiaramente specificato o deve essere chiaramente specificata la formula per calcolarlo; è sempre indicato su base annua.
Le due principali tipologie di tasso sono il tasso fisso ed il tasso variabile.
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Il tasso fisso è semplicemente un numero percentuale che indica quanti interessi il cliente deve pagare. Questo tasso è adatto a chi vuole sapere subito e per sempre quanto andrà a pagare; consigliato nei periodi dove gli interessi sono bassi
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Il tasso variabile invece di solito è indicato tramite una formula che prevede un riferimento o sottostante (ad es. EURIBOR 6 mesi, media mese precedente EURIBOR 1 mese o LIBOR rilevato il 25 del mese precedente, ecc.) a cui bisogna aggiungere uno spread (di solito un parametro numerico fisso, ad es. +0,65 o +1,47).
Attenzione che alcune banche effettuano arrotondamenti al calcolo oppure impongono un tasso minimo o che il riferimento non possa essere negativo. Chiedete bene come viene determinato il tasso. Questo tasso è adatto ai capitali ridotti sulle corte durate perché questi soffrono di meno di eventuali rialzi dei tassi; adatto altresì a chi va ad impegnare una quota piccola del proprio reddito (se guadagno 3.000 euro al mese, ed il variabile calcola una rata di 400 euro al mese e io posso tranquillamente sopportarne una di 1.000, beh allora per me è molto interessante soprattutto se non ci sono immediate prospettive di rialzo tassi); da prendere infine in considerazione quando si è nella fase alta dei tassi
Su queste due tipologie si possono costruire poi la quasi totalità delle altre tipologie di tasso, ecco le più diffuse:
-tasso misto o bilanciato - un tasso risultante dall’utilizzo di entrambi, fisso e variabile; ad esempio una formula del tipo per il 40% un tasso fisso del 3% e per il 60% un tasso variabile EUR6m+1,5%. Questo tasso è adatto a chi vuole beneficiare dei vantaggi di entrambi i tassi ed è disposto a subire gli svantaggi di entrambi. Pagherò infatti inizialmente di più di un tasso variabile e meno di un tasso fisso, ma in caso di rialzo dei tassi la mia rata salirà più lentamente rispetto ad un variabile puro; da prendere in considerazione in fasi di mercato in cui i tassi occupano fasce intermedie e non ci sono chiari segnali sul loro andamento futuro.
- variabile con CAP - come il tasso variabile ma prevede un tasso massimo, detto anche tetto o appunto CAP. Può essere interessante perché da la tranquillità di sapere qual è il tasso massimo che andrò nel peggiore dei casi a pagare; il problema è che questa “assicurazione” la si paga in termini di un tasso più alto del tasso variabile puro. In fasi di mercato dove i tassi sono molto bassi la differenza fra variabile con CAP e tasso fisso puro è così piccola che spesso alcune banche non lo offrono.
Questo tasso è adatto a chi vuole beneficiare dei vantaggi del variabile ed è disposto a pagare la tranquillità di un tasso massimo.
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variabile con rata fissa e durata variabile - quasi del tutto spariti dal mercato perché si portavano dietro un problema non indifferente; ma non è detto che non ritornino in auge in futuro; personalmente li sconsiglio; la logica di questo tasso è la seguente, tasso variabile che all’aumentare del tasso invece di far aumentare la rata fa aumentare la durata e viceversa; sembra bello, di fatto ho un fisso al tasso del variabile e fa lo stesso se mi dura un paio d’anni in più. Il problema in realtà è che è prevista una durata massima, raggiunta la quale comincia ad aumentare la rata. I clienti in passato quindi si sono ritrovati ben presto con mutui schizzati da 20-25 anni a 30-35 e dopo di che ha cominciato anche ad aumentargli anche la rata!
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opzionali o a scelta di tasso - sconsiglio anche questi, difficilmente un privato ha le conoscenze e i mezzi per effettuare le valutazioni necessarie a seguire il prodotto e a valutarlo pertanto in maniera adeguata in fase di richiesta; in sostanza ogni tot anni, di solito 5, il cliente decide che tasso deve essere applicato al mutuo per il prossimo periodo; le formule per determinare di volta in volta il tasso variabile ed il tasso fisso sono indicate chiaramente nel contratto di mutuo; il fatto che vi sia una formula per determinare il tasso fisso fa subito capire che il tasso è fisso solo per quei tot anni, ma ai prossimi tot anni andrà ricalcolato; si rischia così col ritrovarsi con un mutuo a tassi fissi crescenti ogni tot anni.
Sempre in tema di tasso importante è capire come valutarlo nell’insieme del mutuo;
Snnanzitutto in caso di scelta di tasso variabile non focalizzatevi troppo sullo spread, ma guardate anche il tasso finito e soprattutto il sottostante; ottimi indicatori poi sono il Tasso Nominale Annuo (TAN) ed il Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG), analizziamoli:
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TAN - è il tasso, così come indicato nel contratto di mutuo, che viene utilizzato per calcolare la rata ed il piano di ammortamento
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TAEG - è un indicatore di costo complessivo, permette di valutare i costi collegati all’operazione, trasformandoli in tasso e sommandoli al TAN; faccio un esempio: preferite un mutuo di 10.000 euro al 2% con spese per 100 euro o un mutuo di 10.000 euro all’1,8% con spese di 500? Difficile dare una risposta, dovrei mettermi a fare i calcoli. Bene, ci pensa il TAEG, che prende le spese e le trasforma in tasso; nel nostro esempio (invento) avremmo che il primo ha un TAEG del 2,1% ed il secondo del 2,2% quindi sarebbe preferibile il primo nonostante il TAN più alto. In realtà devo valutare attentamente, il primo infatti ha un TAN più alto, quindi una rata mensile più alta, potrebbe quindi per me essere preferibile il secondo, che mi fa sì pagare più spese, ma mi lascerà più reddito mensile a disposizione! Il TAEG deve essere chiaramente indicato in offerta (vi è poi anche un modulo che ogni banca deve consegnare, ilPIES, che riporta tutte le condizioni del mutuo)
Strettamente legata al tasso è la durata del mutuo; la durata dovrebbe essere di norma la più corta facilmente sostenibile. Durata lunga significa rata più bassa ma interessi totali più alti ed un impegni finanziario più lungo, durata più corta invece significa meno interessi totali ed un impegni più corto ma una rata mensile più alta (quindi meno reddito a disposizione per il resto!). Trovate la giusta via di mezzo a meno che non ci siano ragioni particolari. Un mio facoltoso cliente ad esempio ha fatto fare al figlio mutuo a tasso fisso per 40 anni dicendomi “ma lo sa lei che fra 40 anni 500 euro al mese saranno niente?”; il ragionamento ci può stare, non lo condivido al 100%, ma lo accetto e l’ho assecondato. Detto questo, per concludere la sezione dedicata al tasso, ponderate attentamente e con calma la scelta del tasso (e della durata)! State per impegnarvi per i prossimo 10, 20, 30 anni o forse più a pagare ogni mese una somma! La scelta del tasso si porta quindi dietro una forte componente di rischio e non solo di convenienza economica!
(PIANO DI) AMMORTAMENTO
Farò solo una breve trattazione sul piano di ammortamento, ossia la stesura delle rate future in base alla tipologia di ammortamento scelto: ne esistono in realtà di diversi tipi possibili (italiano, tedesco, americano, ecc.) ma l’unico che troverete sarà quello francese. Il vantaggio di quello francese è che calcola rate costanti in basse al tasso per tutta la durata. Lo svantaggio è che fa pagare più interessi totali rispetto ad esempio a quello italiano. Di solito le banche poi chiedono rate mensili ma in casi particolari (ad esempio cliente libero professionista che incassa provvigioni ogni 6 mesi) possono essere possibili anche rate trimestrali o semestrali.Due particolarità del piano di ammortamento spesso conosciute ai più sono il preammortamento e quello che io chiamo effetto pancia.
Il preammortamento è il periodo antecedente al calcolo effettivo mensile delle rate. Ossia se la prima rata mensile copre il periodo primo marzo trentuno marzo, il preammortamento copre tutti i giorni antecedente al primo marzo. Vi è ilpreammortamento tecnico chè è quello che necessariamente deriva dal fatto che magari il mutuo vi è stato erogato il 15 febbraio; dal 15 al 28 febbraio non è possibile tecnicamente calcolare una rata mensile pertanto si calcolano gli interessi di questi giorni e li si aggiunge alla quota interessi della prima rata. Poi c’è il preammortamento contrattuale col quale si decide di fare partire il calcolo delle rate uno o due mesi dopo; anche in questo caso gli interessi vengono conteggiati e aggiunti alla quota interessi della prima rata. Fatevi dire bene di quanto sarà la prima rata per evitare brutte sorprese.
Una caratteristica tecnica del piano di ammortamento alla francese è che calcola rate costanti (indipendentemente dal fatto che sia un tasso fisso o variabile). Le rate iniziali sono più cariche di interessi (c’è più debito residuo) le rate finali sono più cariche di quota capitale. In particolare l’ultima rata è quasi unicamente quota capitale. Una volta determinato, cioè al giorno dell’erogazione, la quota capitale non varia più, quella è e quella rimarrà anche in caso di tasso variabile, per il quale, in caso, a variare sarà la sola quota interessi. Bene, detto questo, vi illustro quello che io chiamo effetto pancia in un tasso variabile;
abbiamo detto che la prima rata e l’ultima sono uguali, che l’ultima e praticamente solo quota capitale e che a variare è solo la quota interessi. Questo vuol dire che a prescindere dall’andamento dei tassi l’ultima rata tornerà piano piano ad essere sempre come la prima. Cioè anche in caso di tassi crescenti ad un certo punto la mia rata diminuirà e anche in caso di tassi decrescenti la mia rata ad un certo punto comincerà a crescere. Immaginate un rettangolo col lato destro mobile che si gonfia e si sgonfia come una pancia; le variazioni di tasso faranno crescere o diminuire la pancia ma ad un certo punto ci sarà un’inversione della curva per andare a chiudere il rettangolo sul vertice in basso a destra. In altre parole, la quota capitale ad un certo punto diverrà predominante rispetto alla quota interessi.
Questo può essere utile per decidere se intervenire su un mutuo e chiedere un cambio di tasso (ad esempio ho un tasso variabile che adesso è a zero e pago una rata di 300 euro al mese, so che i tassi rimarranno a zero per i prossimi 1000 anni, devo pagare ancora 100 rate, potrebbe essere conveniente passare ad un tasso fisso con rata da 350? Faccio i conti, vedo che l’ultima rata del mio tasso variabile sarà di 500 euro, se faccio la somme di tutte le rate che devo pagare mi accorgo che raggiungo circa 40.000 euro, se passo al tasso fisso devo pagarne 35.000! Dal tasso variabile a zero chiedo di passare al tasso fisso!)
SPESE
Il mutuo si porta dietro tutta una serie di spese che non devono essere ignorate. Questo l’elenco delle principali spese che potreste incontrare:
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spese banca - sono le commissioni di istruttoria o lavorazione pratica che la banca addebita al cliente per la lavorazione della pratica. Ogni banca ha le sue, chi fisse e chi percentuali, chi con minimo e chi con massimo. Devono essere chiaramente indicate in offerta.
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spese di perizia - la banca deve valutare l’immobile viene offerto in garanzia e di solito incarica un perito professionale; la valutazione non è una semplice valutazione di mercato e normalmente la banca non rilascia copia della perizia al cliente; il costo della perizia, a carico del cliente varia da banca a banca. Anche questa spesa deve essere indicata in offerta.
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imposte - l’imposta che va allo stato per l’erogazione del finanziamento viene trattenuta e versata dalla banca; per la prima casa è pari allo 0,25% dell’importo del mutuo; negli altri casi è il 2%. E’ il cliente che comunica alla banca in che regime di imposta si trova. Nel dubbio chiedete al notaio.
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assicurazione incendio - chi offre il bene in ipoteca è obbligato (se non mi ricordo male dal codice civile) a prendersi cura e a non rovinare l’oggetto offerto in ipoteca; a volte sui contratti di mutuo è specificato addirittura che non possono essere apportate modifiche all’immobile tali da ridurne il valore; ma in realtà l’aspetto principale di questo obbligo è l’obbligatorietà di assicurare contro incendio e scoppio l’immobile.
Ogni banca vi offrirà la sua soluzione, valutatela, spesso è più conveniente di quelle offerte sul mercato. Attenzione però che siete obbligati ad assicurarlo ma non siete obbligati ad assicurarlo con la banca. Se presente una polizza condominiale potete provare a vedere se la banca accetta il vincolo della vostra quota di quella condominiale (se non la accetta fatevi dare una risposta scritta; ci devono essere motivi validi, ad esempio se non offre tutte le garanzie richieste o se il capitale coperto non è sufficiente).
Io in ogni caso consiglio di non portare quella condominiale, perché di difficile utilizzo in caso di sinistro (è condominiale, l’utilizzo va deliberato dall’assemblea, copre anche e soprattutto le parti comuni, ecc.) ma di sottoscriverne una apposita.
- altre assicurazioni - l’assicurazione incendio è l’unica obbligatoria, ogni altra assicurazione è opzionale. La banca NON può rifiutare il mutuo solo perché non fate una assicurazione con loro (non ufficialmente). Valutatele liberamente, ma valutatele. In Italia siamo molto ignoranti e poco sensibilizzati al tema e all’importanza delle assicurazioni. Ve ne sono di vario genere (infortuni, perdita di lavoro, ecc.), io farò alcune considerazioni solo su quella sulla vita.
Alcuni clienti mi dicono che non hanno bisogno di fare l’assicurazione sulla vita collegata al mutuo perché già hanno un’assicurazione sulla vita. Ora, dietro questo discorso c’è un errore logico-finanziario di fondo. Se il cliente ha già sottoscritto una polizza sulla vita è perché in caso di suo decesso vuole lasciare qualcosa alla famiglia. Ma nel momento in cui contrae un mutuo sta peggiorando la situazione finanziaria della sua famiglia. Se lui dovesse morire la polizza sulla vita che prima era destinata alla famiglia verrebbe ora utilizzata per estinguere il mutuo e poco o niente rimarrebbe a disposizione. E’ vero, ci sarebbe la casa, ma coi muri non si mangia.
Più corretto sarebbe quindi affiancare alla polizza vita destinata alla famiglia anche una polizza vita per estinguere il debito. Attenzione però: spesso le polizze vita che le banche offrono collegate al mutuo estinguono il debito residuo; questo vuol dire che la polizza non rimborsa un capitale fisso ma un capitale decrescente; tenetene conto quando confrontate i prezzi delle varie polizze sul mercato. Ad esempio se la banca me ne offre una da 100 euro all’anno per dieci anni per un mutuo di 100.000 euro ed un’altra compagnia per una polizza sulla vita standard che rimborsa 100.000 in caso di sinistro me ne chiede 120, beh è più vantaggiosa la seconda anche se più cara.
- spese di conto corrente - non è obbligatorio aprire il conto, ma un richiedente un mutuo che non vuole aprire neanche il conto non è ben visto.
Voi la sposereste una donna che vi dice che però non viene a vivere con voi e se ne rimane col fidanzato che ha adesso?
Di solito sono spese marginali e che comunque dovreste sostenere nella banca dove avete il conto adesso, tanto vale trasferirsi del tutto presso la banca che vi concede il mutuo; ma vanno comunque considerate (informatevi su spese tenuta conto, bancomat, carta di credito, operazioni, ecc.).
- spese notarili e tasse - assolutamente da non sottovalutare, anzi sono le spese più grosse che dovrete sostenere e sono nell’ordine di grandezza di diverse migliaia di euro.
Il notaio lo sceglie chi lo paga, se lo pagate voi fatevi fare un preventivo (comprendente sia i suoi onorari che le spese da sostenere che le tasse da versare) da diversi notai; se il venditore o l’agenzia immobiliare provano ad imporre un loro notaio, fatevi fare un chiaro preventivo, confrontatelo con quelli sul mercato ed in caso pretendete uno sconto.
In caso di surroga il notaio lo sceglie le banca perché è lei che paga. Ricordate che se acquistate casa, oltre all’atto di mutuo, dovrete fare anche l’atto di compravendita; sono due atti da pagare al notaio, fatevi fare il preventivo per entrambi.
- spese manutenzione casa - queste saranno spese ricorrenti che avrete perché proprietari di immobile (tasse, spese condominiali, ristrutturazione dell’immobile ogni tot anni, mantenimento vostro appartamento, ecc.); NON sottovalutate neanche queste, informatevi e pianificatele; per quelle più grandi createvi dei fondi mettendo da parte qualcosa ogni mese.
IPOTECA
Il mutuo per la casa di solito è ipotecario, questo vuol dire che dovere offrire a garanzia del credito un immobile. Non deve essere necessariamente l’immobile oggetto del mutuo e della compravendita. La banca valuterà l’immobile e dirà se gli va bene o meno. La valutazione viene fatta eseguire di norma da periti esterni ben visi e secondo le indicazioni ricevute dalla banca stessa. Per la valutazione dell’immobile dovrete fornire diversi documenti, tra cui i più frequenti:
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Visure, estratti e mappe catastali
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Planimetria catastale
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Atto di provenienza dell’immobile
Se avete firmato un preliminare potete ottenere voi direttamente al catasto questi documenti, altrimenti ve li dovrà fornire la controparte o l’agenzia immobiliare se presente. In ogni caso sarà la banca a dirvi di cosa ha bisogno. Se non c’è coincidenza fra sottoscrittore/i dell’atto di mutuo e colui/coloro che concede/ono l’ipoteca, si parla di terzo datore di ipoteca che deve presenziare all’atto di mutuo e firmarlo.
Di solito alle banche non piacciono immobili derivanti da donazione o successione, per cui se è questo il caso magari dovrete girare un po’ prima di trovarne una che voglia concedervi il mutuo. Necessitano di particolare attenzione anche i mutui che offrono a garanzia immobili gravati da diritti di abitazione o da fondi patrimoniali.
L’ipoteca, contrariamente a quello che molti pensano, non rende la banca proprietaria dell’immobile. La casa è di chi firma la compravendita. L’ipoteca è solo un diritto giuridico che, in caso il mutuatario non tenga fede ai suoi obblighi, agevola la parte mutuante a vedere riconosciuta i suoi interessi. In pratica se non pagate le rate (almeno 6) la banca può chiedere al tribunale di pignorarvi la casa e di metterla in vendita, la banca sarà la prima ad incassare da questa vendita sino a coprire il debito.
Alle banche in realtà non importa andare a fare valere un diritto di ipoteca, quindi se siete in difficoltà, subito, prima che sia tardi, andate in banca a parlarne e cercate una soluzione; la banca potrebbe rinegoziarvi il mutuo, sospendere le rate per un po’ o proporvi altre soluzioni! Si noti che oltre all’ipoteca la banca può chiedere altre garanzie, la più comune richiesta è la fidejussione di un terzo a coprire eventuali problematiche reddituali o legate all’immobile. Per i mutui con finalità abitativa/immobiliare, all’estinzione del mutuo in automatico la banca manderà richiesta di cancellazione dell’ipoteca e nessuna attività sarà richiesta ai datori di ipoteca.
TRATTARE CON LA BANCA
E’ sempre possibile trattare con la banca sulle condizioni del mutuo. Anche se viste le condizioni di mercato attuali sarà difficile strappare qualcosa. Tenete presente però che i mutui non sono più così redditizi per una banca come una volta, per cui la trattativa consiglio di impostarla sul “do ut des”. Ad esempio “Sono interessato alla polizza vita, ma è un po’ cara, se la faccio mi fai uno sconto sul tasso o sulle spese?” oppure “Se convinco anche i miei genitori a diventare vostri clienti, mi fate un sconto sulle spese?” Tenete presente che i margini di guadagno sul tasso sono parecchio ridotti, quindi non aspettatevi sconti stratosferici sul tasso, tanto per intenderci se li otterrete saranno sull’ordine dello zerovirgola. Più facile invece farsi togliere le spese di istruttoria o farsi abbassare le spese del conto corrente.
Alcune banche lanciano campagne di forte sconto a fine anno perché devono raccogliere impieghi da portare a bilancio; se non avete fretta e non ci sono in previsione rialzi dei tassi, fate il mutuo a novembre/dicembre; ma in questo caso non aspettatevi ulteriori sconti.
POST EROGAZIONE
Una volta ottenuto il mutuo tenete presente che sono possibili ancora tante variazioni, queste le principali:
- riduzione anticipata / estinzione anticipata per i mutui abitativi in qualsiasi momento (alcune banche avvisano dell’impossibilità tecnica in tal senso in alcuni giorni specifici del mese) potete eseguire riduzioni di capitale o estinguere del tutto il debito senza spese.
Se avete sottoscritto delle assicurazioni avete il diritto (ma non l’obbligo!) a richiedere il rimborso del premio per quota parte. Sia per la riduzione che per l’estinzione dovrete pagare il relativo rateo di interessi, cioè la quota di interessi calcolata sui giorni dall’ultima rata pagata al giorno di riduzione/estinzione relativa al capitale pre riduzione/estinzione. Le modalità comunque sono chiaramente indicate e previste nel contratto di mutuo.
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variazioni di tasso in qualsiasi momento e quante volte si vuole si può richiedere alla banca di abbassare il tasso o di modificarlo. Non è detto che la banca accetti tuttavia. In alcune situazioni è più conveniente per la banca perdere un mutuo che abbassare il tasso. Gli atti di variazione di tasso sono scritture private e non bisogna andare dal notaio o sostenere altre spese.
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variazioni di durata analogamente a quelle di tasso se ne possono richiedere quante se ne vuole, ma anche in questo caso la banca non è obbligata ad accettare. Ad esempio se riducendo la durata la rata salisse troppo secondo i parametri della banca, questa potrebbe rifiutarsi.
Queste tre riduzioni influiscono direttamente sulle rate future; prima di effettuarle informatevi su come cambieranno.
Altre possibili variazioni sono:
- sospensione del pagamento - può essere relativa alla sola quota capitale o alla rata in toto; prevede l’allungamento del mutuo pari al numero di rate sospese e gli interessi relativi alle rate sospese vengono calcolati e, di solito, spalmati sulle rate future.
Può essere prevista contrattualmente ma anche se così non fosse può essere richiesta comunque dal cliente. In alcuni casi ci sono interventi dello stato a favorire il buon esito di questo tipo di richiesta da parte dei clienti.
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accollo - è il diritto giuridico di farsi carico del debito di qualcun altro; attenzione che la banca di solito nel contratto di mutuo si riserva la facoltà di non accettarlo; quindi prima di effettuarlo (si va dal notaio per l’accollo!) confrontatevi con la banca. I casi più frequenti di accollo sono le separazioni coniugali (uno dei due coniugi si accolla l’intero mutuo) o le successioni (gli eredi si accollano il mutuo del defunto).
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cartolarizzazione - questa è complicata e cercherò di farla facile al costo di essere impreciso; si tratta della cessione del debito (il mutuo) a società appositamente create (dette veicolo) e finalizzate di solito all’emissione di prestiti obbligazionari; le rate dei mutui sono finalizzate al pagamento delle cedole e del rimborso del prestito obbligazionario; è una manovra finanziaria finalizzata a far rendere di più il mutuo per la banca. L’abuso della cartolarizzazione dei mutui è stata la causa principale della crisi finanziaria americana di qualche anno fa e che ancora ha forti strascichi oggi giorno.
Se il vostro mutuo viene cartolarizzato comunque non dovete preoccuparvi, di fatto per voi poco o nulla cambia.
SURROGA
La surroga è un’altra possibile variazione al mutuo, ma merita un paragrafo a lei tutto dedicato. E’ un atto previsto dal codice civile, col quale chiunque si può sostituire al creditore (la banca nel nostro caso) anche senza il suo consenso, purché ovviamente gli paghi tutto il debito residuo. Ma se è previsto dal codice civile e quindi da decenni, come mai la surroga è in auge solo da qualche anno?
Semplicemente a causa dell’ipoteca. La surroga infatti non prevedeva una gestione specifica dell’ipoteca; quindi il nuovo creditore si sarebbe dovuto sostituire al vecchio, avrebbe dovuto far estinguere l’ipoteca e farne iscriverne una a suo carico. Di recente invece il decreto cd. Bersani ha regolamentato il passaggio dell’ipoteca da un creditore all’altro. Il tutto poi deve essere fatto senza spese per il debitore.
Per il debitore! Ma il notaio che firma il nuovo atto di mutuo e la variazione ipotecaria i suoi soldi li vuole! Anche il perito vuole i suoi soldi! E chi li paga? La nuova banca!
Ma abbiamo detto che la redditività del mutuo per le banche si è ridotta! E infatti le surroghe vengono profondamente valutate dalle banche che a volte non procedono sotto alcuni importi minimi perché non più convenienti. Se poi surrogate un mutuo appena surrogato, sappiate che fate andare in perdita la banca surrogata! Vi vorranno molto bene!
La surroga poi può essere formalizzata con atto bilaterale o trilaterale. Trilaterale se all’atto partecipano il cliente e le due banche.
Bilaterale se all’atto di surroga partecipano solo il cliente e la nuova banca. La vecchia infatti non è obbligata a partecipare all’atto; deve rilasciare quietanza sì ,ma lo può fare in separate sede col suo notaio. E chi lo paga questo notaio? La nuova banca! Aumentandogli le spese!
Alcune banche pertanto usano questa tattica come deterrente a che altre banche gli surroghino i mutui. Ad esempio la maggior parte delle banche online non fa atti trilaterali. Alcune banche pertanto non surrogano i mutui della banche online.
DETRAZIONE INTERESSI DEL MUTUO
Lo Stato italiano permette di portare in detrazione una quota degli interessi del mutuo se prima casa (non importa se acquisto o ristrutturazione o costruzione). Mi sono accorto negli anni che non tutti i clienti sanno cosa vuol dire. Quindi farò un breve accenno.
In sostanza, lo stato vi rimborsa, come minore tassazione sul reddito, una parte degli interessi pagati per il mutuo della prima casa. Se siete lavoratori dipendenti il vostro datore di lavoro ve li verserà aggiungendoli alla busta paga. Per ottenere questa detrazione bisogna presentare dichiarazione dei redditi (da soli online sul sito dell’agenzia delle entrate o, se non siete pratici, facendosi aiutare da un sindacato o da un commercialista o da altre istituzioni). Ha diritto alla detrazione, per quota parte, chi è sia intestatario del mutuo che proprietario dell’immobile.
- Esempio 1: marito e moglie lui è lei non ancora sposati comprano casa ma intestano il mutuo solo a lui; solo lui potrà detrarre gli interessi ma solo per la metà. (grazie a /u/mrgimo per la correzione, i coniugi infatti fanno eccezione alla regola e possono detrarre tutto)
- Esempio 2: marito e moglie questa volta sottoscrivono mutuo assieme ma intestano la casa solo alla moglie; anche in questo caso solo la moglie potrà detrarre metà degli interessi.
- Esempio 3: marito e moglie comprano casa e intestano il mutuo ad entrambi, ma il marito ha prima casa altrove; solo la moglie potrà detrarre metà degli interessi.
COME OTTENERE UN MUTUO
Non è detto che la banca accolga la nostra richiesta di mutuo.
Ci sono tante valutazioni che vanno fatte; io vi darò qui alcune informazioni per permettervi di capire come migliorare le vostre probabilità di ottenerlo o come non peggiorarle. Innanzitutto i due parametri principali da tenere in considerazione sono il Loan To Value (LTV) ed ilrapporto fra rata e reddito (RRR). Il LTV indica quanto chiedete rispetto a quello che dovete spendere (o in alcuni casi rispetto al valore dell’immobile); abbiamo detto che per la fondiarietà dobbiamo stare sotto l’80%, ma è comunque possibile provare a chiedere di più.
Più è basso il LTV più la banca vi considererà bravi risparmiatori o soggetti patrimonialmente solidi per cui il mutuo sarà per la banca meno rischioso. Se possibile (so che è molto difficile!) non arrivate al mutuo col 20% giusto. Il RRR è invece il rapporto che indica quanta parte del vostro reddito mensile dovrà essere destinata al pagamento della rata (alcune banche fanno il conteggio su tutte le rate esistenti). Ogni banca ha la sua soglia. Per alzare le vostre chance di ottenere il mutuo richiedete una durata che vi faccia stare attorno al 25-30% dei vostri redditi.
La banca poi esegue una serie di indagini per vedere se avete altri debiti in corso e se su questi siete regolari pagatori. Ogni negatività peserà come un macigno. Prima di chiedere un mutuo chiudete tutte le pendenze sospese e preparatevi a fornire dettagliate spiegazioni. Se non sarete chiari (o peggio se mentirete) rischiate di precludervi la possibilità di ottenere il mutuo. Altre indagini verificheranno se siete soci di società, se vi sono pignoramenti, protesti o altro.
Anche eventuali richieste strane o illogiche saranno viste male se non adeguatamente spiegate e/o documentate (ad esempio i clienti chiedono di fare il mutuo ma di intestare la casa ad uno zio; oppure clienti toscani chiedono di fare un mutuo prima casa a Biella ma continueranno a lavorare in toscana). Non vi è poi l’obbligo di accreditare lo stipendio sul conto (né come detto di aprire il conto) ma il non farlo non è visto di buon occhio (e non in termini commerciali ma proprio in termini creditizi). Portare garanti a supporto dell’operazione (genitori, fratelli, datori di lavoro) aumenterà le possibilità di ottenerlo (alcune banche addirittura conteggiano i redditi dei garanti nel RRR).
Sappiate che ogni operazione di concessione del credito è un rischio e un costo per la banca; più è rischiosa e meno piacerà alla banca; più è rischiosa e più sarà costosa per la banca; più è costosa meno le piacerà; convincete la banca che con voi corre poco rischio e aumenterete le vostre possibilità.
Auguri e buon mutuo!
Finanza pubblica
La finanza pubblica o finanza statale è l’espressione che si usa per le tematiche della ricerca e dell’impiego di risorse finanziarie da parte della pubblica amministrazione per il perseguimento dei suoi obiettivi di interesse pubblico.
Analisi e studi di approfondimento sulla finanza pubblica:
Pillole di Economia con Carlo Cottarelli
Si tratta di un podcast con episodi di 1 minuto nel quale viene spiegato il termine.
Banche dati per i conti pubblici
- Istat: è la banca dati delle serie storiche italiane. Nella pagina sono presenti 6 macro aree, con suddivisioni tematiche di finanza pubblica, tra cui conti nazionali, pensioni, immigrati, anziani elezioni, giovani(http://dati-giovani.istat.it/) e Pubblica Amministrazione
Commissione Europea:
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EuroStat: È la principale fonte di dati della Commissione Europea.
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Ameco: È una banca dati annuale della Commissione Europea sui dati macroeconomici. Aprire le voci fino a raggiungere il dato desiderato.
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European Structural and Investment Funds : È il sito web relativo all’utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei per ogni Stato Membro, suddivisi tra risorse nazionali e comunitarie, e per tematica.
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Working Group on aging population and sustainability: Per l’andamento del sistema pensionistico e proiezioni future, sono disponibili i lavori del Working Group on Aging Population and Sustainability presentati attraverso dei report.
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EUSILC: È un sondaggio a livello europeo sul reddito nazionale e le condizioni sociali. Per avervi accesso si deve presentare una proposta di ricerca. Spesso viene utilizzato per simulare gli effetti prodotti da alcune proposte di legge.
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European Data Portal: È un portale che raccoglie varie banche dati europee.
Banche Centrali
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BCE: Statistical Data Warehouse: Banca dati della BCE.
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Banca Europea degli Investimenti: È una banca dati della BEI, principalmente su sondaggi sugli investimenti europei.
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Federal Reserve Bank; Federal Reserve Economic Research: È la banca dati della Fed (USA).
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Federal Reserve Economic Data: Banca dati con varie serie storiche.
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[Bank for International Settlements (BIS)(https://www.bis.org/statistics/index.htm): È la banca dati della Banca dei Regolamenti Internazionali.
Fondo Monetario Internazionale
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World Economic Outlook: È uno dei dataset del Fondo Monetario.
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Datamapper: È una pagina (DataMapper) che presenta le principali banche dati del Fondo Monetario.
Banca Mondiale
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World Bank Database: È la principale banca dati della Banca Mondiale.
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World Integrated Trade Solution (WITS): È una banca dati che include tutti i database di Banca Mondiale, WTO, UNSD, UNCTAD e International Trade Center per i dati relativi al commercio.
Ministero dell’Economia e delle Finanze
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TESORO: Titoli Pubblici, Patrimonio, Partecipate Pubbliche, Partecipazioni MEF, Privatizzazioni
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RAGIONERIA (RGS): OPENDBAP: opere pubbliche, Conto Annuale Tesoro, SIOPE
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FINANZE: Beni Sequestrati, Capacità Fiscale Comunale, Dichiarazioni Fiscali, Redditi e Immobili, Fiscalità ambiantale nella UE
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OPENCIVITAS: enti locali
Impresa
by u/oppol
BENVENUTI IN ITALIA. Se vi sembra di percepire che l’apertura di una nuova attività in Italia sia incomprensibile, ho una brutta notizia per voi: non vi sfugge proprio nulla. Se c’è una cosa che odio del mio paese, è la totale assenza di informazioni e procedure CERTE sugli enti da contattare e tasse da pagare. Ho impiegato mesi per capirne qualcosa, fresco di laurea in Economia. No, non posso e non voglio aiutarvi: la burocrazia è un personale horror in soggettiva, dove nessuno può credere cosa gli stia succedendo e come mai gli altri non ne sappiano nulla, mentre anche loro stanno per essere aggrediti. Una sorta di febbra2 (cit.) È una sottile, sgradevole sensazione di intorpidimento che percepirete durante le file agli sportelli e le risposte sibilline dei vostri consulenti. È un velo che ricopre di incertezza le vostre speranze di fare quattro soldi.
È l’incentivo finale che capovolge il primo articolo della costituzione in una dantesca punizione del contrappasso: muoversi per lavorare ti condurrà al punto di partenza, come in un assurdo kafkiano. È un’incitazione all’inseguimento della disoccupazione fittizia, del nero assoluto o al massimo del concorso pubblico come unica possibilità realistica, mentre si ignora di penzolare sul baratro dell’economia globale ormai da troppo.
Tl;dr: in questo paese se ti vuoi mettere in proprio stai iniziando la partnership con il Socio Occulto di Maggioranza™, esigente e mai presente, e che non avrà mai fine.
LA PRIMA SPESA DA EFFETTUARE
è sicuramente il commercialista. Non quello di tuo nonno o l’amico delle medie, ma uno con clienti del settore. Diciamo 700€ anno con un’ampia forbice. Sarà la spesa migliore (o peggiore!) della vostra attività.
MA IO SONO UN HOBBISTA
Le attività commerciali sono imprese e DEVONO avere p.iva. La soglia dei 5k non è mai esistita, si riferisce alle vendite occasionali da inserzione su giornalino. Se vendete 1 pezzo da un vostro sito siete dei professionisti. È triste ed assurdo ma il fisco la pensa così. Unico caso in cui si applica alla lettera il primo capitolo totalmente teorico di Diritto Commerciale, incubo di qualunque studente!
I MARKETPLACE
Tutti i marketplace moderni sono MOLTO esigenti dal punto di vista legale. Per dirne una, con Amazon pro devi avere una carta di credito VERA, non di debito. E se usi FBA per UN pezzo in altri paesi, devi aprire p.iva in quel paese. Addio sogni di commercio europeo! Potrei raccontarne di tutti i colori su Amazon, sono l’emblema della burocrazia informatizzata. Finchè tutto funziona va benissimo, al primo problema dovrete scontrarvi con un sistema di ticket, operatori vari e regole assurde da rispettare nella forma.
LA CAMERA DI COMMERCIO
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100€ spese di apertura (da sostenere per ogni variazione legata alle generalità dell’attività commerciale)
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70€ firma digitale, una tantum, non indispensabile ma richiesta in alcuni casi e per partecipare ai bandi
Spese accessorie obbligatorie:
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53€ Tassa annuale
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5€ PEC
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34€ Bollo Conto Corrente (la butto qui giusto per)
LA COMUNICAZIONE UNICA
Qui c’è da piangere. Screenshot. Fantasia vuole che ogni cittadino possa aprire, dopo essersi dotato di SPID e quant’altro, una nuova attività attraverso il fantastico sito nato sotto governo Monti, dal nome evocativo di impresainungiorno. Realtà: troverai VENTICINQUE semafori che segnalano altrettante sezioni obbligatorie da compilare tra cui la piantina (per un negozio online!!) la preziosissima dichiarazione antimafia autoprodotta (!) e altri simpatici requisiti presenti since codice civile 1942. Quando l’ho visto non potevo crederci, e poi ho realizzato di essere schiavo di un sistema: la matrix italica. VENTICINQUE. Alla triade della comunicazione di apertura AdE-CamCom-Comune poi si possono affiancare tanti altri enti come Polizia, ASL, laboratori…dipende da cosa vuoi vendere.
IL REGIME FORFETTARIO
Attualmente questo profilo fiscale permette risparmi che le attività ordinarie si sognano, in particolare l’esenzione dall’IVA: in pratica vi intascate un margine extra del 22% o meglio non lo fate perchè vi serve per abbassare il prezzo rispetto alla concorrenza cinese che non la pagherà mai. Da non disprezzare poi una tenuta contabile più semplice e meno controlli fiscali TOTALMENTE VESSATORI ED INGIUSTI come lo spesometro. Nonostante ciò va considerato:
-2400€ INPS a rate (3600 è una cifra sparata lì… Sono 3700 perchè aumentano ogni anno, ma vanno diminuiti di un terzo perchè fai richiesta di sconto all’apertura)
+25% del reddito oltre la soglia minimale (17k)
+5% del reddito di imposta sostitutiva all’irpef (i primi 5 anni, poi diventa 15%)
-Circa metà di queste tasse va calcolata IN ANTICIPO perchè bisogna dare l’acconto per l’anno in corso, utilizzando come base del calcolo l’anno precedente, quindi se ti va male tanti auguri
Tutto questo sotto il limite da 65k che nel commercio è pochissimo, ed è un incentivo a rimanere minuscolo. Diciamo che non arrivi a 2k netti. Nella stragrande maggioranza dei paesi europei il limite è 100k, il forfettario è una copia di regimi già presenti ovunque.
Ovviamente sapevo che in un paese ridicolo come il nostro il limite non sarebbe stato alzato: quando scrivi che qualcosa si fa l’anno successivo, ma va ratificato, vuol dire che non lo hai scritto.
Vi svelo il segreto di pulcinella: fino alle 23:59 del 31 Dicembre, la legge di Bilancio (l’unica legge da studiare ogni anno) non esce. Inutile che perdiate tempo a inseguire le news. E anche se esce, deve essere interpretata dagli enti, come l’Agenzia delle Entrate per poter essere applicata.
Nota finale: la storiella che con fba ti arricchisci facendo nulla o quasi è solo l’effetto di essere primi in una nicchia e in un paese arretrato. Sfido a trovare ambienti competitivi di questo tipo oggi e rimanere sul pezzo per più di 2 anni. È un lavoro e pure di alto livello: marketing digitale ed import-export internazionale.
Se non hai il prodotto non partire. Se non sei imprenditore dentro non tentare.
Bisogna avere margine. Normalmente bisogna investire nello stock per ottenere buoni sconti. E va calcolata la pubblicità rilevante per partire quasi in egual misura. Direi che oggi per iniziare si va facilmente vicino ai 10k € solo di questi.
Tasse e lavoro
Lavoro
“Ora mando il CV. Ma…che ci scrivo sopra?”
Sembra che quello che veramente conta[Ω] è il seguente formato:
[parola attiva] + [nome progetto/prodotto/servizio] + (rigorosamente a capo)
- [risultato numerico]
Ex:
Implementato il programma SuperSales AutoCloud Backup
aumentando la ritenzione cliente del 70%
Mercato del lavoro
Cerchi lavoro.
Che retribuzioni ti puoi aspettare nel tuo settore (codice Ateco)? Leggi:
Comparazione retribuzioni per codice Ateco
Cerchi lavoro.
Che tipo di retribuzioni ti puoi aspettare in base al contratto cui aspiri?Leggi:
Comparazione retribuzioni per contratto
Trovi un’offerta di lavoro.
Tutto molto bello però…quanto intaschi netto?
Leggi:
Calcolo del netto mensile
E se ho un fondo pensione privato, che deduzione fiscale mi posso aspettare?
Leggi:
Calcolo dei vantaggi fiscali
Aggiornamenti su contratti collettivi e retribuzioni contrattuali
Che risultati ci sono stati per il mercato del lavoro nel 2019?
Il mercato del lavoro (q4 2019)
TL;DR: meglio tutto l’anno, rallentamento nel secondo semestre.
Cos’è il modello ISEE?
Oggi le famiglie hanno a disposizione numerose opportunità per migliorare il loro bilancio familiare attraverso il riconoscimento del diritto a godere di prestazioni sociali agevolate (Reddito e Pensione di cittadinanza, Bonus energia (riduzione delle bollette di luce, gas, acqua), Riduzione canone del telefono, Conto corrente a zero spese, Saldo e stralcio cartelle riscossione Agenzia delle Entrate, Esenzione ticket sanitario, Assegno di maternità e assegno nucleo familiare numeroso erogati dai Comuni, bonus bebé, bonus asilo nido, esenzione o riduzione tasse scolastiche e universitarie (bonus libri, trasporto, mensa, abitazione, centri estivi), Iscrizione asilo nido, Riduzioni trasporto pubblico Accesso a strutture socioresidenziali). L’accesso a queste prestazioni è legato al possesso di determinati requisiti soggettivi e alla situazione economica della famiglia. L’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), è lo strumento che verrà adottato da molti enti pubblici e privati per valutare la situazione economica delle famiglie che intendono richiedere una prestazione sociale agevolata (prestazione o riduzione del costo del servizio). Per ottenere l’assistenza necessaria alla compilazione della dichiarazione e delle domande da presentare agli Enti erogatori delle prestazioni è possibile rivolgersi ad un qualsiasi ufficio del CAF su tutto il territorio nazionale che gratuitamente potrà assistervi nella compilazione della dichiarazione utile ad ottenere l’ISEE, e in base al valore potrà indicarvi a quli agevolazioni e bonus potete avere accesso.
I cittadini interessati alle prestazioni sociali agevolate legate al reddito possono recarsi agli sportelli del Caf Cisl per compilare la dichiarazione sostitutiva unica (DSU). Ricordiamo che il servizio di assistenza per l’ISEE è completamente gratuito. La dichiarazione può essere presentata in qualsiasi periodo dell’anno. Gli Isee elaborati nel 2020 hanno validità fino al 31 dicembre 2020.
Cos’è il 730?
Il 730 è il modello per la dichiarazione dei redditi destinato ai lavoratori dipendenti e pensionati. Il modello 730 presenta diversi vantaggi: anzitutto il contribuente non deve eseguire calcoli e poi ottiene il rimborso dell’imposta direttamente nella busta paga o nella rata di pensione; se, invece, deve versare delle somme, queste vengono trattenute dalla retribuzione o dalla pensione. Se molto spesso si presenta il 730 perché “conviene” e si hanno spese detraibili o deducibili (dalle spese sanitarie agli interessi del mutuo o i vari bonus casa), va ricordato che gli unici contribuenti esonerati sono quelli che hanno esclusivamente redditi da abitazione principale o altri fabbricati non locati (quelli esenti imu), da lavoro dipendente e da pensione corrisposti da un unico sostituto d’imposta, redditi soggetti ad imposta sostituiva con esclusione della cedolare secca (es interessi sui Bot) o ritenuta alla fonte (interessi cui conti correnti).
Ma attenzione: la dichiarazione deve comunque essere presentata se le addizionali all’Irpef non sono state trattenute o sono state trattenute in misura inferiore a quella dovuta. Chi ad esempio nell’anno precedente ha percepito l’indennità di disoccupazione, oppure chi lavora come colf/badante, fa bene a verificare la corretta applicazione delle detrazioni applicate presentando la dichiarazione. Anche chi al momento della presentazione non ha un sostituto d’imposta può fare il 730, in caso di credito il rimborso verrà erogato direttamente dall’Agenzia delle entrate, in caso di debito si pagherà con F24.
Pdf dell’ Agenzia delle Entrate
Chi è esonerato?
La presentazione della dichiarazione dei redditi non sempre è obbligatoria, l’obbligo viene meno nei casi in cui non ci siano imposte da versare o siano state già interamente e correttamente trattenute dal sostituto d’imposta oppure perché le imposte non sono dovute in origine (nel caso di redditi esenti, come le pensioni di invalidità).Anche in caso di esonero però può essere presentata per dichiarare eventuali spese sostenute o fruire di detrazioni o per chiedere rimborsi relativi a crediti o eccedenze di versamento che derivano dalle dichiarazioni degli anni precedenti o da acconti.
In generale, i contribuenti esonerati sono quelli che hanno esclusivamente redditi da abitazione principale o altri fabbricati non locati (quelli esenti imu), da lavoro dipendente e da pensione corrisposti da un unico sostituto d’imposta, redditi soggetti ad imposta sostituiva (es interessi sui Bot) con esclusione però della cedolare secca o redditi soggetti a ritenuta alla fonte (interessi cui conti correnti). Ma attenzione: la dichiarazione deve comunque essere presentata se le addizionali all’Irpef non sono state trattenute o sono state trattenute in misura inferiore a quella dovuta. In particolare chi lavora come colf/badante e può aver diritto al bonus Irpef di 80 euro mensili che verrà riconosciuto presentando la dichiarazione. Chi nell’anno precedente ha percepito l’indennità di disoccupazione, fa bene a verificare la corretta applicazione delle detrazioni applicate. Sempre in caso di disoccupazione, chi nell’anno precedenete ha percepito sia lo stipendio che l’indennità, avrà due CU (Certificazione unica, ex modello CUD): una del datore di lavoro e una dell’Inps e in questo caso è obbligatorio presentare la dichiarazione dei redditi, ma anche chi ha percepito solo la disoccupazione, può presentare il modello 730 indicando l’Inps come sostituto d’imposta che effettuerà il conguaglio, ottenendo prima eventuali rimborsi e verificando con i nostri operatori la corretta applicazione delle detrazioni applicate dall’Inps.
Cos’è l’ IRPEF?
L’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) è nata con la riforma tributaria del 1973. Sono soggette all’imposta le persone fisiche e in alcuni casi le società, che però la versano attraverso i soci. Chi risiede in Italia paga sui redditi prodotti in patria o all’estero, mentre i non residenti pagano per i redditi prodotti nel territorio italiano.
[Scaglioni 2020] (https://www.pensionioggi.it/images/nuove_aliquote_irpef_2022.png)
L’Irpef è un’imposta progressiva: vuol dire che la quota percentuale di reddito assorbita dall’imposta aumenta in proporzione al reddito stesso. Ad esempio nel caso di un lavoratore dipendente se il reddito è di 20.000 euro l’imposta dovuta è pari a circa il 17 per cento, mentre con 50.000 euro si arriva a oltre il 30. Questo risultato è ottenuto con l’applicazione di aliquote crescenti sui diversi scaglioni di reddito ed inoltre di deduzioni dal reddito e detrazioni d’imposta.
Cos’è una deduzione?
È una somma di denaro che riduce il nostro reddito (IRPEF) prima del calcolo delle tasse.
‘Reddito imponibile (su cui paghiamo le tasse) = Reddito - Deduzioni`
Cos’è una detrazione?
È una somma di denaro che riduce le tasse che dobbiamo pagare.
Deduzioni
Tipo | Fino a? | Note | Valido per l’anno in corso? |
---|---|---|---|
Pensione integrativa | €5.164,57 | Link al calcolo | Si |
Riscatto laurea | Dal 23% al 43% (in base al reddito) | Si | |
Detrazioni
Riguardo? | Tipo | Fino a? | Note | Valido per l’anno in corso? |
---|---|---|---|---|
Casa | Canone di locazione (affitto) | In base al reddito e alla tua età | Vedi qui per le specifiche | Si |
Casa | Per interventi di efficienza energetica | 65% | Si | |
Casa | Lavori di condominio | 50% | Questo valore è per la manutenzione ordinaria. Ci sono diverse detrazioni per altri tipi di lavori. | Si |
Persone | Spese mediche | 19% di (Totale spese mediche - €129,11) | Vedi qui per le specifiche | Si |
Persone | Abbonamento trasporto pubblico | 19% della spesa (max €250) | Si | |
Persone | Riscatto laurea | 19% della spesa | Nel caso si abbia versato i contributi per il riscatto della laurea di un familiare a carico | Si |
Persone | Assicurazione sulla vita | Massimo €530 o €1291,14 | In base alla polizza | Si |
Studenti | Dall’infanzia all’università | 19% | Si | |
Studenti | Canone affitto studenti fuori sede | 19% (max €2.633) | Si | |
Figli | Attività sportive | 19% (max €210) | Età fino dai 5 ai 18 anni | Si |
Altro | Beneficenza | Dal 26% al 35% (max €30.000) | Ad associazioni di volontariato, enti del terzo settore e partiti politici |
Se ne conoscete altre, scrivete e aggiornerò ASAP. Tutte le info sono state prese qui.
Ridurre Tasse su Azioni
La tassa sul capital gain è dovuta solo quando il titolo è venduto, questa è pari al 26% .
Le minusvalenze precedenti possono ridurre la differenza tra il prezzo di vendita e acquisto di un titolo, quindi: se nei precedenti 4 anni hai realizzato una vendita in perdita, questa diverrà onere deducibile per una successiva vendita in guadagno.
Per i dividendi non esiste compensazione. La tassazione è pari al 26% anche su questi.
Il broker può essere a regime dichiarativo o regime amministrativo. Nel primo caso, è necessario dichiarare le plusvalenze nel Quadro RT (plusvalenze di natura finanziaria) e pagare il 26% sulla plusvalenzacon F24. Nel secondo caso, il broker detrae automaticamente le tasse (26%) dalla plusvalenza prima del prelievo.
Ridurre Tasse su ETF
Il guadagno (capital gain) derivante dalla vendita di un ETF è tassato al 26%.
Se hai minusvalenze in portafoglio NON è possibile compensarle poiché sono considerate “redditi diversi”.
Come risparmiare? Scegli gli ETF ad accumulo + riduci le movimentazioni dei titoli.
Tassazione P2P
Coming soon.. (aliquota 26%?)
Ridurre Tasse su Conti Deposito
Sui conti deposito gravano 2 tipi di oneri: imposta di bollo e capital gain.
Riguardo l’imposta di bollo, questa può essere azzerata scegliendo gli istituti bancari che la pagano per te.
La tassazione sul capital gain, invece, che è inteso l’imposta da pagare sull’interesse maturato dal vincolo dei nostri soldi con la banca, può essere ridotta scegliendo un conto deposito che ci paghi gli interessi a fine vincolo e non trimestralmente/annualmente: questo ci farà tassare solo una volta anziché 2-3 volte.
Reddito di cittadinanza
Il Reddito di Cittadinanza è un sussidio destinato alla fascia di popolazione che si trova sotto la soglia della povertà assoluta, che in base alla definizione dell’Istat ha a disposizione meno di 780 euro al mese. Il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza destinata agli over 67 sono integrazioni al reddito per raggiungere questa soglia. Chi otterrà il Reddito di Cittadinanza verrà contattato dai Centri per l’impiego e dovrà aderire a un percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale, seguendo un percorso di riqualificazione professionale firmando un “Patto per il lavoro”. Si potrà rifiutare un’offerta al massimo 2 volte. La prima potrà essere fatta entro 100 chilometri dalla residenza, la seconda entro 250 chilometri, la terza su tutta Italia. Superati 12 mesi anche la prima offerta sarà entro 250 chilometri e dopo 18 mesi su tutto il territorio nazionale. Una somma integrativa sarà riconosciuta alle famiglie che hanno al loro interno una persona diversamente abile. Per le famiglie con persone con disabilità, le offerte di lavoro non potranno mai superare i 250 km. Il beneficio economico sarà erogato attraverso una carta prepagata di Poste Italiane e ai suoi beneficiari sono estese le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e gas.
Per ottenere il Reddito di Cittadinanza occorre possedere alcuni requisiti, puoi fare domanda se:
- L’ISEE del tuo nucleo familiare è minore di 9.360 euro.
- Sei un cittadino italiano, di uno stato Ue o extra Ue con permesso di soggiorno di lungo periodo. Hai avuto la residenza in Italia per almeno 10 anni di cui gli ultimi due senza interruzioni.
- Hai un patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro, che può essere incrementato in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare (fino a 10.000 euro e 1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo) e in caso di eventuali disabilità (5.000 euro in più).
- Hai un patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro, esclusa la prima casa.
- Hai un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla Pensione di Cittadinanza e a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto.
- Nessun componente del nucleo familiare è intestatario di autoveicoli immatricolati negli ultimi sei mesi che salgono a 2 anni se >1600 cc. o moto > 250 cc. (eccetto agevolazioni per disabilità).
IMU
La Legge di Bilancio 2020 ha accorpato IMU e TASI. La nuova IMU si applica in tutti i comuni, tranne in Friuli Venezia Giulia e nelle Province autonome di Trento e di Bolzano, che mantengono l’autonomia impositiva.
Chi deve pagare l’IMU?
L’IMU deve essere pagata dai possessori degli immobili, aree fabbricabili e terreni, escluse le abitazioni principali non di lusso, cioè quelle accatastate in categorie diverse da A/1, A/8 e A/9. Dal 2020, nel caso dell’ex coniuge l’assimilazione ad abitazione principale è legata all’affidamento dei figli e non è confermata l’assimilazione per i cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato e iscritto all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero)
Quanto si deve pagare di IMU?
Ogni comune stabilisce autonomamente le aliquote dell’IMU. Per il calcolo dell’IMU dovuta, le sedi Caf Cisl sono a vostra disposizione per aggiornare il calcolo in base alle delibere dei singoli Comuni. Sia per i fabbricati che per i terreni edificabili l’aliquota di base è pari allo 0,86 per cento, e i comuni possono aumentarla sino all’1,06 per cento o diminuirla fino al limite dello 0,76 per cento. In sostituzione della maggiorazione della TASI viene concesso ai comuni che hanno già esercitato tale facoltà di aumentare ulteriormente l’aliquota massima dell’1,06 per cento sino all’1,14 per cento, a decorrere dall’anno 2020, nella stessa misura applicata per l’anno 2015 e confermata fino all’anno 2019. Negli anni successivi è solo possibile ridurre la maggiorazione, mentre resta esclusa ogni possibilità di variazione in aumento.
Per l’abitazione principale di lusso l’aliquota è fissata allo 0,5 per cento e il comune può aumentarla di 0,1 punti percentuali o diminuirla fino all’azzeramento. Per i fabbricati rurali ad uso strumentale l’aliquota di base è lo 0,1 per cento, e il comune può ridurla fino all’azzeramento. Per i fabbricati destinati dall’impresa costruttrice alla vendita (c.d. beni merce), fino al 2019 soggetti solo alla TASI, è fissata un’aliquota allo 0,1 per cento fino al 2021, che i comuni possono aumentare fino allo 0,25 per cento o diminuire fino all’azzeramento, mentre dal 1° gennaio 2022 saranno esenti dall’imposta.
Confermate le seguenti riduzioni:
- riduzione al 50% della base imponibile per i fabbricati di interesse storico o artistico, per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati.
- riduzione al 50% della base imponibile per le abitazioni concesse in comodato dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado che le utilizzano come abitazione principale. Beneficio che si estende, in caso di morte del comodatario, al coniuge con figli minori.
- riduzione al 75% dell’aliquota base stabilita dal comune per le abitazioni locate a canone concordato.
Bollette
Una bolletta è una fatturazione postale o elettronica di un contratto di fornitura di servizi. La tipologia giuridica di questi contratti è il contratto di somministrazione, che in origine e, propriamente ancora oggi, indicano la somministrazione di servizi, da non confondere, dunque, con il contratto di somministrazione di lavoro. In tutti i contratti di somministrazione (acqua, energia, gas, telefono fisso, telefono mobile a bollettazione, etc.) vige una prescrizione breve, diversa dall’ordinaria decennale; i gestori possono, pertanto, contestare le bollette fino a un massimo di qualche anno; per la precisione cinque secondo quanto stabilito dall’articolo 2948 del codice civile. Al consumatore spetta l’onere della prova, ovvero la conservazione dei documenti contabili relativi al pagamento delle bollette, che valgono come ricevute dell’avvenuto pagamento.
Le banche offrono un servizio di domiciliazione delle utenze su conto corrente. Il servizio in genere è gratuito. La banca riceve copia della bolletta e il 6º giorno dalla scadenza invia una RID commerciale a favore della società emittente: fino al 5º giorno lavorativo, successivo alla scadenza della bolletta, il RID può essere bloccato presso la propria banca. In questo modo, il cliente evita code allo sportello per pagare le bollette, e non perde giorni di valuta in quanto le fatture verranno pagate il giorno della scadenza. Se si tratta di una super-bolletta, di un importo non giustificato l’utente può non fare a tempo a contestare l’addebito e comunicare alla banca di pagare la parte di sua pertinenza.
L’onere della prova dei consumi spetta in generale all’erogatore del servizio. Pur mutuando il proprio contenuto da provvedimenti legislativi ed amministrativi, il contratto di somministrazione di servizi ha natura privatistica ed i rapporti che ne discendono sono regolati dal codice civile, per il quale l’onere della prova spetta a chi ha fornito la prestazione. La bolletta, al pari di una generica fattura, non ha valore probatorio perché è un atto unilaterale di natura contabile, inidonea a spiegare efficacia probatoria a favore della parte che l’ha emessa (è la bolletta telefonica, atto unilaterale di natura contabile non dissimile dalla fattura.
Nel caso di morosità, avviene il distacco del servizio anche se è soggetto alla legge sul servizio universale (ad esempio, energia e telefono fisso). Il gestore può anche rivalersi sui beni del moroso. Per avviare una procedura esecutiva di pignoramento, il gestore necessita di un titolo esecutivo. La strada più veloce per ottenerlo è chiedere un decreto ingiuntivo al tribunale. Qualora il debitore si opponga con una qualche forma di prova scritta o contestando in maniera ragionevole, si possono allungare notevolmente i tempi, evitando l’esecutorietà del decreto. Ciò avviene quando dalla data di emissione della bolletta è trascorso il periodo di prescrizione vigente per i contratti di somministrazione. Molti sono i beni che non possono essere oggetto di pignoramento. Tipicamente sono pignorati: proprietà immobiliari, conto in banca, altre forme di investimento evoluto. Per la stessa legge sul servizio universale, l’utente può intestare un nuovo contratto di servizio ad un familiare dello stesso domicilio, al quale il fornitore è obbligato a riattivare il servizio.
La successione
Grazie a u/Drarak0702
La successione è un istituto giuridico che regola il passaggio del patrimonio e di alcuni diritti di una persona deceduta (il famoso “de cuius”) agli aventi diritto.
La successione può essere “legittima” se segue le indicazioni della legge, “testamentaria” se il de cuius ha lasciato istruzioni specifiche tramite testamento o infine mista se il testamento fornisce indicazioni solo su una parte del patrimonio
Il testamento
Il testamento è un atto col quale una persona può destinare tutti o una parte dei propri beni; questo atto può essere successivamente modificato (dalla persona), revocato (dalla persona) o annullato (da un tribunale). Per redigere il proprio testamento bisogna essere capaci di intendere e di volere (da cui la famosa formula introduttiva “io XY, nel pieno delle mie facoltà mentali,..”)
Ne esistono sostanzialmente tre forme: olografo, pubblico e segreto
Olografo: è quello scritto dalla persona e conservato a casa o affidato a qualcuno. Per essere valido deve: essere scritto a mano, riportare la data in cui è stato scritto, essere firmato.
Questa è la forma più semplice e non meno efficace delle altre, ma presenta alcuni svantaggi (possibilità di distruzione, occultamento o contraffazione da parte di terzi, possibilità che venga smarrito, possibilità di commettere errori o di impartire istruzioni non chiare, ecc.)
Per chi trova o è in possesso del testamento vi è l’obbligo giuridico di farlo pubblicare; inoltre la distruzione, l’occultamento e la falsificazione di testamento sono reati penali.
Pubblico: è quello che si redige dal Notaio, in presenza di due testimoni (di solito forniti dal Notaio stesso); ha lo svantaggio di costare, ma elimina praticamente tutti gli svantaggi sopra menzionati.
Segreto: è quello consegnato in busta chiusa ad un Notaio che lo conserverà e provvederà a pubblicarlo al momento del decesso. A differenza di quello olografo non deve essere necessariamente scritto a mano e neanche dal testamentario stesso, importante è che sia datato e firmato dal testamentario.
La Legittima
La quota legittima, o semplicemente legittima, è quella parte del patrimonio in successione che la legge riserva ad alcuni specifici eredi e della quale il testamentario non può disporre liberamente. Varia al variare degli eredi presenti (esistenza o meno di coniuge, esistenza o meno di discendenti, esistenza o meno di ascendenti, ecc.)
Qualora la legittima sia lesa ossia non rispettata, ciascuno degli eredi può impugnare il testamento e far valere i propri diritti. N.B. può e non deve. Quindi un testamento che lede la legittima non è nullo ma può essere impugnato per far valere i propri diritti.
Quote previste
In caso di successione legittima la legge cerca in via generale di tutelare in primis il coniuge ed i figli riservandogli la totalità delle quote, ma in assenza di questi si può arrivare a prevedere quote fino a parenti di sesto grado (oltre i quali il patrimonio verrà devoluto allo Stato); N.B. per determinare il grado di parentela bisogna contare i passaggi che su un ipotetico albero genealogico collegano le persone; ad es. due fratelli sono parenti di secondo grado (un passaggio dal primo fratello ai genitori, un altro passaggio dai genitori all’altro fratello), i cugini figli di genitori fratelli, quelli che spesso nel parlare comune vengono erroneamente chiamati cugini di primo grado, sono parenti di quarto grado (1 da cugino a genitore, 2 da genitore a nonno, 3 da nonno a zio, 4 da zio a cugino).
Quote successione legittima alcuni esempi:
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Coniuge ed un figlio: metà ciascuno (il coniuge eredita sempre il diritto di abitazione)
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Coniuge e due o più figli: un terzo al coniuge, due terzi divisi in parti uguali tra tutti i figli
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Coniuge e no figli: due terzi al coniuge, poi si guarda se ci sono ascendenti e fratelli, gli ascendenti in caso prendono un quarto, ai fratelli il resto (un dodicesimo in presenza di ascendenti, un terzo in assenza di ascendenti)
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Coniuge, no figli, no ascendenti, no fratelli: tutto al coniuge
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Figli, no coniuge: tutto ai figli in parti uguali
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Solo ascendenti e fratelli: metà agli ascendenti e metà ai fratelli in parti uguali
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Solo fratelli: tutto ai fratelli
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In assenza di coniuge, figli, ascendenti e fratelli: tutto al/i parente/i di grado più prossimo
N.B. gli eredi di un erede subentrano per quota parte. Ad esempio i figli di un fratello riceveranno la quota del fratello calcolata come se fosse in vita e divisa in parti uguali.
Quote successione testamentaria alcuni esempi:
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Coniuge ed un figlio: un terzo ciascuno (il coniuge eredita sempre il diritto di abitazione) ed un terzo può essere destinato col testamento
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Coniuge e duo o più figli: un quarto al coniuge, metà divisa in parti uguali tra tutti i figli, un quarto può essere destinato col testamento
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Coniuge e no figli: metà al coniuge, poi si guarda se ci sono ascendenti che in caso prendono un quarto, ai fratelli non spetta nulla, un quarto può essere destinato con testamento; se non ci sono ascendenti la quota destinabile con testamento sale da un quarto a metà
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Coniuge, no figli, no ascendenti, no fratelli: metà al coniuge, metà con testamento
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Figli, no coniuge: metà al singolo figlio metà destinabile con testamento, se i figli sono due o più a loro spettano due terzi e la quota destinabile scende ad un terzo
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Solo ascendenti e fratelli: un terzo agli ascendenti e nulla ai fratelli, destinabili con testamento due terzi
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Solo fratelli: non spetta nulla ai fratelli, tutto destinabile con testamento
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In assenza di coniuge, figli e ascendenti: intera quota destinabile con testamento
Ovviamente la quota destinabile con testamento può essere lasciata a uno o più eredi.
Anche in nel caso di successione testamentaria gli eredi di un erede defunto subentrano per quota nella successione.
Se le proprie volontà corrispondono a quelle di successione legittima, non conviene redigere testamento; si risparmierà agli eredi l’onere di doverlo far pubblicare e gli eredi saranno comunque tutelati dalla legge.
Rinuncia all’eredità
Quando si accetta un’eredità si accetta sia il patrimonio attivo che quello passivo. L’accettazione può avvenire tramite atto o anche semplicemente compiendo azioni che lascino intendere che si intenda accettarla (vendere un bene del de cuius, agire in nome e per contro del de cuius col fisco, ecc..; non rappresentano accettazione atti come pagare il funerale, mantenere il possesso di alcuni beni o semplicemente andare in banca a chiedere informazioni).
A volte però può non convenire accettare l’eredità, ad esempio in presenza di debiti maggiori dell’attivo, in questo caso gli eredi possono rinunciare alla loro quota.
La rinuncia va fatta con un atto apposito presso notaio e di solito gli eredi del rinunciante subentrano a questo nella successione; anche loro potranno a loro volta rinunciare.
La rinuncia non può essere imposta o soggetta a termini e condizioni.
Altra possibilità e l’accettazione con beneficio di inventario, ossia si accetta l’eredità, ma si tiene separato il proprio patrimonio da quello in successione e gli eventuali creditori potranno rivalersi solo su quello in successione.
In ogni caso, visto che sia la rinuncia che l’accettazione con beneficio di inventario sono atti complicati (non nella forma ma nei vari aspetti che li caratterizzano) consiglio, a chi fosse interessato, di andare da un professionista a farseli spiegare per bene.
Legatari
Il legatario è un particolare soggetto a cui, nel testamento, vengono destinati specifiche attività senza nominarlo erede (“lascio alla vicina la mia collezione di frustini”, “lascio a zia Irma 10.000 euro”, ecc.). Il legatario riceve il bene indicato senza dover rispondere di eventuali passività.
Polizze Vita
Le polizze vita non rientrano in successione. O meglio, i proventi ricevuti in qualità di beneficiario di una polizza vita non rientrano in successione e sono pertanto ad esempio anche esenti da un’eventuale imposta di successione.
Attenzione però che se i premi versati per la polizza hanno leso le quote spettanti agli eredi, questi possono opporsi con azione legale per avere di ritorno quanto loro spettante. (ad esempio io ho un patrimonio di 1 milione di euro, con moglie e due figli, posso disporre liberamente solo di un quarto ossia 250.000 euro; faccio polizza da 300.000 a nome dell’amante che al mio decesso le frutta 500.000 euro; i miei eredi possono fare causa per ottenere di ritorno i 50.000 che io ho destinato inizialmente per eccesso nella polizza)
Il beneficiario di una polizza vita può essere variato in qualsiasi momento dal sottoscrittore della polizza stessa o presentandosi presso l’intermediario che ha venduto il prodotto, o scrivendo una raccomandata alla compagnia di assicurazione o indicandolo sul testamento; l’ultima azione sovrascrive le precedenti.
Varie ed evenutali
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Si può essere, in casi specifici, indegni di ricevere l’eredità (di solito atti di violenza gravi contro il de cuius o le sue volontà) nel qual caso si perde il diritto all’eredità
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C’è un anno di tempo dalla morte del de cuius (o dall’esserne venuti a conoscenza … ? … devo verificare) per presentare la dichiarazione di successione, ossia completare l’iter ed eseguire dichiarazione all’Agenzia delle Entrare ed eventualmente pagare le relative tasse
-Le imposte come al solito in Italia sono caotiche, diciamo che per gli eredi di grado più prossimo ci sono franchigie elevate che nel più dei casi sollevano dal pagamento di imposte di successione; col salire del grado di parentela diminuisce la franchigia e aumenta l’aliquota; il calcolo di solito viene eseguito dal professionista al quale ci si rivolge (notaio, commercialista, avvocato, sindacato, ecc.)
Come ottenere copia delle proprie referenze creditizie
Premessa
Questo documento contiene informazioni aggiornate al 01 gennaio 2021.
Eventuali variazioni avvenute dopo tale data non sono riportate.
Verificate sempre quali siano le informazioni aggiornate prima di agire.
Informazioni utili
Che cos’è un sistema di informazioni creditizie?
Un sistema di informazioni creditizie (SIC) è una banca dati, gestita da società sia pubbliche sia private, che contiene le referenze creditizie delle persone.
In passato i SIC erano conosciuti come centrali rischi.
Che cos’è una referenza creditizia?
In una referenza creditizia possono essere tracciati gli eventi sia positivi sia negativi riguardanti i debiti contratti da una persona, ad esempio vi sono tracciati:
- rapporti di debito in corso, quali ad esempio
- finanziamenti,
- prestiti,
- mutui,
- carte di credito;
- pagamenti regolari delle rate di un debito;
- mancati pagamenti delle rate di un debito;
- estinzione di un debito.
A cosa serve una referenza creditizia?
Le referenze creditizie possono essere consultate dalle società a viene chiesto un qualche tipo di credito — ad esempio un mutuo, un finanziamento, un prestito o una carta di credito — per farsi un’idea se riavranno o no indietro i soldi che gli sono dovuti, e quindi se concedervi o meno la linea di credito.
Quali diritti ha una persona nei riguardi delle proprie referenze creditizie?
Ognuno ha diritto a chiedere in qualsiasi momento una copia dei propri dati personali contenuti all’interno di un SIC.
Si ha anche il diritto a chiedere che eventuali informazioni errate vengano corrette senza alcun onere.
Non si ha tuttavia alcun diritto di chiedere la rimozione di informazioni che corrispondono a verità; ad esempio, non si può intimare la rimozione di mancati pagamenti se questi si sono realmente verificati.
Le informazioni vengono automaticamente eliminate man mano che raggiungono la scadenza designata; il periodo per il quale le informazioni restano incluse nelle referenze variano in base al tipo di informazione e alle altre informazioni tracciate; ad esempio, più mancati pagamenti avvengono più tardi questi verranno cancellati dalle banche dati.
Perché è utile sapere quali dati hanno su di noi i SIC?
Può essere utile per capire se qualcun altro ha contratto dei debiti a vostro nome (ad esempio in caso di furto d’identità) o se c’è stato qualche errore nelle trascrizioni da parte dei vari partecipanti (ad esempio se la banca ha indicato come non pagata una rata di un mutuo che avete effettivamente pagato).
Dato che l’esattezza di queste informazioni può influire anche significativamente sulla propria vita — si pensi al vedersi rifiutato il mutuo mentre si sta comprando casa — unito al fatto che chi vi ha rifiutato il credito non è tenuto a dirvi il motivo del rifiuto, assicurarsi che non ci siano problemi è come fare manutenzione preventiva senza aspettare che l’automobile prenda fuoco mentre si è in autostrada.
E poi, in ogni caso, si tratta di vostri dati ed è un vostro diritto averli.
Quali società forniscono il servizio SIC in Italia?
Le società abilitate a fornire il servizio SIC in Italia sono quattro:
Ognuna di queste società costruisce una propria valutazione indipendente dalle altre, è quindi opportuno chiedere ad ognuna di esse la loro versione della propria referenza creditizia.
Come chiedere le proprie referenze creditizie
Prerequisiti
Prima di iniziare a inviare le richieste assicuratevi di avere sotto mano le seguenti cose:
- un numero di telefono cellulare su cui poter ricevere SMS;
- un indirizzo e-mail su cui poter ricevere e-mail;
- un indirizzo e-mail PEC su cui poter ricevere e-mail PEC (opzionale);
- una copia fronte-retro della vostra carta d’identità in corso di validità in formato PDF;
- una copia fronte-retro della vostra tessera sanitaria in corso di validità in formato PDF.
Indicazioni dettagliate su come ottenere le copie in formato PDF dei documenti è al di fuori di questa guida.
Se avete a disposizione uno scanner potete generare i file PDF utilizzando un software come NAPS2.
Compilazione dei moduli
Le società vogliono copie “originali” dei vari documenti che chiedono, utilizzare funzioni quali la Fill and sign di Adobe Acrobat Reader DC per evitare di stampare, compilare e scansionare i moduli porta spesso al rifiuto delle richieste con l’indicazione di allegare i documenti “originali”.
Assilea
Attenzione — Se viene lasciato passare troppo tempo prima dell’invio del modulo coi dati personali il codice OTP non viene inviato e nessun messaggio di errore viene visualizzato, costringendo a ricominciare la procedura dall’inizio.
Attenzione — Non sembra esservi alcun tipo di feedback quando i documenti vengono caricati a parte il messaggio visualizzato nel pop-up di caricamento. Quando il pop-up di caricamento viene chiuso non sembra esservi alcuna indicazione su quali documenti siano stati caricati e se lo sono stati correttamente.
- Andate alla pagina web https://www.assilea.it/richiestaWebBDCR.do
- Cliccate sul pulsante “consumatore”.
- Inserite i vostri dati personali e proseguite.
- Inserite il codice che avete ricevuto via SMS e proseguite.
- Recuperate dall’indirizzo e-mail che avete specificato il messaggio che vi è stato inviato.
- Cliccate sul link “fare clic sul link seguente per scaricare il documento da firmare e allegare, insieme ai documenti indicati”.
- ???
- Firmate il modulo.
- Tornate alla pagina aperta poco fa.
- Caricate i documenti richiesti.
Aspettate quindi la risposta della società.
Nota — L’informativa privacy che viene si viene obbligati ad accettare per inviare la richiesta indica che i dati comunicati “saranno conservati per dieci anni a decorrere dalla data della richiesta” (punto h dell’informativa). Nessuna delle altre società pone un simile vincolo, che ritengo sproporzionato; per questo motivo ho sporto reclamo presso il Garante per la protezione dei dati personali, attualmente sono in attesa della loro risposta.
Consorzio tutela del credito
Nota — La società vi invierà una PEC, quindi potete specificare un indirizzo e-mail PEC quando indicate i vostri dati, anche se il campo non è esplicitamente indicato come e-mail PEC.
- Andate alla pagina web https://consumatore.ctconline.it/
- Cliccate sul link “creare on line la vostra istanza di accesso”.
- Cliccate sul pulsante “inserisci richiesta on-line”.
- Selezionate la voce “accesso” e proseguite.
- Selezionate la voce “persona fisica” e proseguite.
- Inserite i vostri dati e proseguite.
- Recuperate dall’indirizzo e-mail che avete specificato il modulo precompilato.
- Firmate il modulo.
- Tornate alla pagina web https://consumatore.ctconline.it/
- Cliccate sul link “completare la procedura rapida della vostra istanza on line”.
- Effettuate l’accesso coi dati richiesti (il numero di protocollo lo trovate in alto nel modulo precompilato).
- Caricate i documenti richiesti.
Aspettate quindi la risposta della società.
CRIF
- Andate alla pagina web https://www.modulorichiesta.crif.com/consumers/Persona.aspx
- Cliccate sul pulsante “compila una nuova richiesta”.
- Selezionate le voci A e D e proseguite.
- Compilate il modulo coi vostri dati personali e proseguite.
- ???
Aspettate quindi la risposta della società.
Experian
Alla luce di quanto sotto raccontato la procedura che potete seguire:
- Scaricate il modulo aggiornato dall’indirizzo https://www.experian.it/content/dam/marketing/emea/italy/it/site-includes/sic_form_15.01.2019.pdf
- Compilate il modulo e firmatelo.
- Inviate il modulo compilato e firmato assieme alla copia della carta d’identità a alla copia della tessera sanitaria all’indirizzo e-mail stc.italy@experian.com
Aspettate quindi la risposta della società.
Experian è stata la società più fastidiosa tra le quattro.
La loro pagina web https://www.experian.it/consumatori/il-sistema-di-informazioni-creditizie-di-experian- nella sezione “i miei dati nel SIC Experian” sotto-sezione “come posso ottenere il credit report che mi riguarda?” indica che si deve scaricare, stampare, compilare e mandare tramite fax un modulo. Il modulo formattato a caso e il numero a cui inviare il fax è pure diverso da quello che viene indicato nella pagina web.
Nella pagina web https://www.experian.it/consumatori/come-contattare-il-servizio-consumatori-di-experian viene indicato un indirizzo e-mail di contatto e viene fornita un’altra versione del modulo, questa volta formattata in modo decente e con un numero di fax uguale a quello indicato in pagina.
Non avendo a disposizione un fax, essendo il 2021 ed essendo il modulo praticamente una copia del modulo per “esercizio dei diritti in materia di protezione dei dati personali” fornito dal Garante per la protezione dei dati personali, ho scritto ad Experian chiedendo quali metodi alternativi al fax possono essere utilizzati per inviare la richiesta.
Di seguito la risposta ricevuta:
Gentilissimo, può inviare la richiesta di accesso corredata da copia di un Suo documento di riconoscimento e copia del Suo codice fiscale anche all’indirizzo e-mail che ha utilizzato per la “segnalazione”, come indicato sul sito ufficiale tra i contatti è inserito l’indicizzo e-mail: Stc.italy@exoerian.com
(Sì, hanno pure sbagliato a scrivere il loro indirizzo e-mail nella risposta.)
Libri
-
The Four Pillars of Investing: Lessons for Building a Winning Portfolio by W. Bernstein
-
A Random Walk Down Wall StreetMalkiel
-
The Little Book of Common Sense Investing: The Only Way to Guarantee Your Fair Share of Stock Market Returns by Bogle
-
The Simple path to Wealth, J L Collins
-
“Quit like a millionaire, K Shen
-
Stocks for the Long Run, Siegel
-
The Intelligent Investor, Graham
-
Modern Value Investing, Sven Carlin
-
Common stocks and uncommon profits, Fisher
-
Rich Dad, Poor Dad, Lecter
-
The Richest Man in Babylon, Clason
-
Early Retirement Extreme, by Jacob Lund Fisker
-
Your Money or Your Life by Vicki Robin and Joe Dominguez
-
Value Investing e M&A “Valuation di McKinsey
In Italiano:
-
I 4 pilastri dell’investimento. Lezioni per costruire un portafoglio vincente di William J. Bernstein
-
A spasso per Wall Street. Tutti i segreti per investire con successo di Burton G. Malkiel
-
Il piccolo libro dell’investimento. Un modo efficace per garantire il tuo guadagno nel mercato azionario di John C. Bogle
-
L’investitore intelligente, Graham (conosciuto come padre del value investing)
-
Investire con gli ETF e gli ETC, Bellelli
-
Manuale dell’investitore consapevole, Bellelli
-
L’uomo più ricco di Babilonia, Clason
-
Padre ricco, padre povero, Lecter e Kiyosaki
-
4 ore alla settimana, Ferriss
-
Il quadrante del flusso di cassa, Kiyosaki
-
Seconda opportunità, Kiyosaki
-
I segreti della mente di un milionario, T. Harv Eker
-
Soldi domina il gioco, Robbinson
-
Principi del successo, Ray Dalio
Libri su materie economiche/società/attualità
-
L’Economia, The Core Team. E-book gratuito scritto da un gruppo di economisti e ricercatori di tutto il mondo e utilizzato in tantissime università. Offre una visione completa e aggiornata dell’economia del mondo di oggi. Disponibile anche in ePub e PDF (Inglese).
-
I principi per affrontare il nuovo ordine mondiale. Dal trionfo alla caduta delle nazioni, Ray Dalio
-
Debito, I primi 5000 anni, Graeber
-
The World for Sale, Farchy, Blas
-
The Bogle Effect, Balchunas
-
Central Banking 101, Wang
-
21st Century Monetary Policy, Bernanke
-
Options, Futures, and Other Derivatives by John C. Hull (c’è anche in italiano)
-
Macroeconomia, Blanchard
-
Finanza e Investimenti - Fondamenti Matematici, Luenberger
-
Advanced Macroeconomics, Romer
-
Microeconomic Theory, Mas-Colell
-
A Guide to Modern Econometrics, Verbeek
Link Utili
- Dati su tutte le obbligazioni acquistabili su Borsa Italiana (rendimenti, taglio minimo, valuta, tassazione - LINK
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Scritto da: u/emish89 - Ultima revisione: u/emish89
Originariamente pubblicato il 29/11/23, 19:42 e aggiornato l'ultima volta il 01/12/23, 13:32
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